Pizza fritta, la ricetta di Vincenzo Capuano per prepararla a casa: così sembrerà di essere seduti in una pizzeria
Lo street food napoletano ha molto a che fare con la pizza e con il fritto, due ingredienti immancabili per questo tipo di pasto
Non si può andare a Napoli e tornare senza aver mangiato una pizza, ma allo stesso tempo è impensabile anche andare via senza aver assaggiato delle specialità fritte dei “carrettini” che si trovano per i vicoli della città
Allora perché non assaggiare la pizza fritta alla napoletana? Una specialità del capoluogo partenopeo, che è stata esportata in tutto il mondo, che lascerà chi la assaggia con la bocca aperta e desiderosa di assaggiarne ancora
Ovviamente si può trovare la pizza fritta più o meno in ogni locale partenopeo, ma c’è una particolare ricetta che è così buona da essere diventata internazionale, famosa in tutto il mondo e soprattutto irrinunciabile
Non si può infatti decidere di mangiare una pizza fritta e non assaggiare la pizza fritta di Vincenzo Capuano, il pizzaiolo dalla barba folta, occhi chiari, sorriso da “scugnizzo”, napoletano doc, classe 1989 pluripremiato maestro pizzaiolo, ambasciatore della pizza napoletana nel mondo.
Pizza fritta: ecco la sua particolare storia
I guai successivi alla Seconda Guerra Mondiale non hanno risparmiato Napoli, dove i bombardamenti avevano messo fuori uso moltissimi forni, e le pizzerie per come le conosciamo oggi non esistevano. Alcune mamme pensarono a un modo alternativo per arrotondare, scendendo in strada con bruciatori, pentoloni e generose dosi di strutto.
L’impasto lievitato veniva farcito e cotto al momento, poi consegnato agli avventori per pochi spiccioli, riempito di ingredienti poveri ma genuini. Ecco la genesi della pizza fritta
La pizza fritta fatta a casa di Vincenzo Capuano
Lo chef Vincenzo Capuano ovviamente è convinto che la pizza fritta si debba e si possa fare anche a casa, e lo dimostra condividendo la sua ricetta, con ‘un impasto che non si deve impastare’, mescolando farina, lievito secco, sale e acqua. Dopo 15 minuti in frigo c’è una prima lievitazione in forno con luce accesa di 40 minuti. È poi il momento di sporzionarlo e lasciarlo lievitare per altre 3 ore. Poi è pronto per essere ammaccato, stendendolo in dischi sottili e senza cornicione.
Per la farcitura, ci vuole conserva di pomodoro San Marzano, possibilmente schiacciata a mano, provola affumicata, basilico e pepe nero. Si chiude a mezzaluna, tipo un calzone, e si frigge in un pentolone di olio caldo a 180 gradi girandola con mestolo e schiumarola fino a che non è ben dorata, a dimostrazione che è pronta.