Non andare via dalla Campania senza provare le ‘nfrennule | Solo a Sant’Agata de’ Goti trovi quelle autentiche
Se non abbiamo assaporato questa delizia, è proibito lasciare la Regione Campania.
Non c’è alcun dubbio che, la cucina campana sia ricca di prelibatezze, sia dolci che salate, che dobbiamo assaggiare almeno una volta nel corso della nostra vita. Tuttavia c’è da dire che alcune sono note oltre i confini, mentre altre lo sono solo a livello locale. Per esempio non possiamo non gustarci, se ci troviamo lì in vacanze le ‘nfrennule.
In tanti cercano di imitarle, ma quelle originali le troviamo solo a Sant’Agata Dei Goti. Su tratta di un Comune italiano di di 10.173 abitanti, sito nella provincia di Benevento, alle falde occidentali del monte Taburno. Inoltre, confina con la provincia di Caserta. Qui potremo rimanere ammaliati dalle bellezze paesaggistiche, che sembrano state dipinte da uno dei più grandi pittori di tutti i tempi.
Inoltre il luogo può contare su una ricchezza culturale e artistica pazzesca, della quale possiamo ottenere notizie passeggiando nel divino centro storico. Sono tantissime le chiese che meritano più di una visita e non possiamo non citare il Duomo, ricostruito nel XII secolo e restaurato verso la metà del ‘700.
Tuttavia, ad accoglierci all’inizio del paese, troveremo la Chiesa dell’Annunziata, meravigliosa all’esterno, ma è dentro che rimarremo a bocca aperta, grazie alla presenza di affreschi gotici. Il più rinomato è quello del Giudizio Universale del ‘400. Non scordiamoci neppure la Chiesa di San Menna, molto piccola, ma deliziosa. Pensate che è la più antica di questo fantastico borgo, in perfetto stile romanico e possiede una pavimentazione a mosaico fra le più antiche della Regione Campania.
Arte, cultura e cucina nella Regione Campania
Esattamente di fronte a questa chiesetta, ecco il Castello di Sant’Agata, fondato dai longobardi e abitato da numerose famiglie nobiliari. Rimangono alcuni residui di pittura ad opera di Tommaso Giaquinto. In linea generale, ricordiamoci di fare anche una passeggiata nei vicoli del centro per ammirare le vetrine dei negozi tipici e gustare le mitiche ‘nfrennule.
Sono qualcosa di semplicissimo e che, per crearlo, bisogna necessariamente, come si suol dire, mettere le mani in pasta. Non per nulla, alla sua base troviamo della farina, acqua, e un vino bianco Falanghina. E a rendere il tutto ancora più speciale è uno squisito olio, oltre che un finocchietto, rigorosamente selvatico. Siete curiosi di sapere in che cosa consiste questa delizia salata?
Come si presentano le ‘nfrennule
Esteticamente può ricordarci il tarallo, ma in realtà, sia la consistenza che il suo sapore sono unici. Il colore è molto invitante, visto che appare perfettamente dorato. Il loro nome deriva, con molta probabilità, dalla loro forma che porta alla parola latina frenulum, che indicava una briglia per la bocca al fine di domare i cavalli, in uso fin da Medioevo.
A quanto pare la preparazione di questa pietanza risale ai normanni. Oggi è tutt’ora preparata seguendo la ricetta della tradizione nelle cucine delle massaie, oltre che nei locali e soprattutto nelle fornerie tipiche del posto. Chiaramente è anche possibile acquistarle, per portarsele a casa e donarle, come meraviglioso pensiero culinario, ad amici o parenti.