Campania sempre più da record: raccolte 180mila firme contro l’autonomia differenziata
A testimoniare il buon andamento della raccolta firme ci hanno pensato i segretari generali di Cgil e Uil Napoli e Campania
La questione della raccolta firme per istituire un referendum contro l’autonomia differenziata è stata presa seriamente a cuore in Campania. La popolazione infatti si è mobilitata come non mai in questo frangente.
Una vera e propria presa di posizione che ha avuto un’eco importante e che ha fatto da traiano con il resto d’Italia. Infatti le 500mila firme utili per arrivare al voto sono state raggiunte nel giro di poche settimane, ma i dati della Campania hanno lasciato di sasso un po’ tutti.
Nella nostra regione a poche ore dallo stop definitivo alla raccolta firme online sulla piattaforma del Ministero della Giustizia previsto per martedì 24 settembre sono state raccolte 180mila firme considerando sia quelle online sia quelle cartacee.
Lunedì prossimo i plichi con le firme raccolte dal comitato referendario campano saranno portate direttamente nella Capitale. In seguito saranno depositate in Cassazione, così come previsto in questi casi.
Raccolta firme a sostegno del referendum contro l’autonomia differenziata: i prossimi step
Ormai appurato il risultato della raccolta firme, adesso è tempo di mobilitarsi per trasformare le firme in voto e presenza ai seggi. Per questo così come dichiarato dai segretari di Cgil e Uil Napoli e Campania Nicola Ricci e Giovanni Sgambati saranno programmate ulteriori iniziative.
Dunque, è bene rimanere aggiornati in modo tale da poter capire quali saranno i prossimi passi, che come sperano i vertici dei suddetti sindacati possano portare ad evitare ad un’ulteriore disgregazione del nostro paese.
La soddisfazioni degli esponenti dei sindacati
In attesa di capire cosa accadrà nei prossimi mesi al momento i segretari dei sindacati hanno chiaramente esternato la loro gioia per un risultato politico decisamente chiaro e testimoniato dall’ingente numero di firme. Al contempo però hanno anche palesato uno scenario non propriamente benevolo che sperano assolutamente di scongiurare.
Stando a quanto dichiarato da Ricci e Sgambati pare che dodici esperti coordinati dal professor Sabino Cassese, in completa segretezza, stiano lavorando proprio in funzione della piena operatività della legge Calderoli. Ciò avrebbe un impatto su sanità, istruzione, ambiente, rapporti con l’Unione Europea, politiche industriali e contrattazioni regionali, con tanto di gabbie salariali. Tutti questi fattori messi insieme possono quindi diventare i veri pericoli dello “Spacca Italia”. Ecco perché il loro obiettivo è quello di non fermarsi e di proseguire lungo questa scia.