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Reggiana-Salernitana: Gos ordina ad un bambino di togliere la maglia granata, ma per fortuna…

Mapei Stadium, Reggiana-Salernitana (LaPresse) - salernosera.it
Mapei Stadium, Reggiana-Salernitana (LaPresse) – salernosera.it

Il bimbo stava entrando allo stadio con il padre in un settore dedicato ai tifosi di casa e quindi gli è stato chiesto di togliere la maglia

Una vicenda a dir poco grottesca ha fatto da contorno allo scialbo 0-0 tra Reggiana e Salernitana. Un risultato che non accontenta nessuna delle due compagini visto che entrambe sono ancora nei quartieri non nobilissimi della classifica.

Ciò che ha richiamato maggiormente l’attenzione quindi non è ciò che è successo in un campo, bensì un episodio che per forza di cose ha creato diversi malumori e molteplici polemiche a riguardo.

Il tutto è accaduto ai varchi d’ingresso del Mapei Stadium dove un bambino di 11 anni residente a Reggio Emilia, ma tifoso della Salernitana è stato praticamente costretto a togliersi la maglia granata con dietro scritto nome e numero di Daniele Verde.

Una decisione imposta dal GOS (Gruppo Operativo Sicurezza). Quest’ultimo ha stabilito il divieto di indossare accessori della squadra avversaria nei cosiddetti settori “comuni”. Chiaramente il bimbo e soprattutto suo padre non hanno preso bene questa decisione.

La reazione del padre del bimbo all’imposizione del Gos

Una volta entrati all’interno dello stadio, il padre ha fatto indossare nuovamente la maglia a suo figlio. Ciò non ha creato alcun tipo di tensione con i tifosi della Reggiana. D’altronde sugli spalti c’è stato un clima di grande sportività e solidarietà.

Dal settore ospiti è stato anche esposto uno striscione a sostegno delle popolazioni colpite dalle alluvioni. Dunque, c’era davvero poco da temere, anche perché trattandosi di un bambino difficilmente si poteva sfociare in reazioni eccessive.

Reggiana-Salernitana 2024 (LaPresse) - salernosera.it
Reggiana-Salernitana 2024 (LaPresse) – salernosera.it

Le dichiarazioni del papà in merito all’accaduto

Il caso è stato comunque analizzata dal padre del bambino, che chiaramente è ancora ignaro di come si possono evolvere queste dinamiche: “Non trasmetterò mai a mio figlio la paura e il sospetto. È bello poter tifare ovunque i propri colori”. Successivamente anche lui ha rimarcato i rapporti cordiali tra le due tifoserie: “I sostenitori di Reggiana e Salernitana hanno fatto shopping insieme al centro commerciale vicino allo stadio e ciò testimonia i cavilli del calcio moderno”.

Insomma, una storia conclusasi a lieto fine. Per forza di cose fa riflettere su come alle volte ci si lascia andare ad allarmismi eccessivi frutto della condotta poco corretta di poche persone. Purtroppo poi certi atteggiamenti vanno a penalizzare chi come questa famiglia segue il calcio con il giusto spirito di condivisione e rispetto.