Campani: la rete dei trapianti è in miglioramento, ma il numero organi è ancora insufficiente
Andiamo a scoprire qual è la situazione dei trapianti in Campania, dove sono stati riscontrati non pochi problemi a livello sanitario
Il tema della donazione degli organi è sempre molto delicato. I pareri nel nostro paese sono ancora abbastanza contrastanti in tal senso e anche in Campania il dibattito è decisamente aperto tra chi è propenso e chi no.
Fatto sta che si tratta di un atto che può rivelarsi fondamentale per chi è alle prese con dei malfunzionamenti dei propri organi. In determinate circostanze può essere decisivo per salvare delle vite umane.
Per effetto di ciò sono sempre più numerose le campagne di sensibilizzazione per cercare di far cambiare idea a coloro che sono restii nel compiere questo passo. Ovviamente bisogna fare i conti anche con altre dinamiche.
Non sempre infatti gli organi sono compatibili e ciò contribuisce ancor di più a far aumentare il dato in merito alla carenza a livello sia nazionale che locale. Andiamo a scrutare qual è la situazione in Campania in questa fase.
I numeri delle opposizioni alle donazioni
Seppur a piccoli passi nella nostra regione qualcosa sta cambiando. Infatti da inizio anno ad oggi sono stati registrati 14 trapianti di cuore al Monaldi di Napoli, 33 di fegato al Cardarelli e 23 di rene rispettivamente al Policlinico Federico II e al Ruggi d’Aragona di Salerno.
Numeri che evidenziano un incremento rispetto al 2023. Anche sul fronte opposizioni alle donazioni il dato sta migliorando sensibilmente. Infatti è stato appurato un calo dal 42% al 35%. L’obiettivo è quello di arrivare almeno alla media nazionale del 27,2%. Insomma, i progressi sono evidenti, ma al tempo stesso la carenza di organi è ancora una problematica abbastanza cruciale.
La spiacevole dinamica dei posti vacanti
Le brutte notizie d’altronde non finiscono qui. Basti pensare che ormai sono sempre più numerosi i posti vacanti per quanto concerne i medici di base e non solo. Il territorio campano non è altro che uno dei tanti specchi di una situazione ormai sempre più incresciosa a livello nazionale.
I bandi stanno assumendo sempre più le sembianze del deserto del Sahara. Solo gli specializzandi sembrano essere attratti da queste possibilità, mentre i medici già in carriera preferiscono emigrare all’estero dove le condizioni lavorative e retributive sono decisamente più in linea con gli sforzi fatti per cercare di ritagliarsi un ruolo in questo ambito, che chiaramente comporta degli oneri di un certo rilievo.