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Un tempo ABELLINUM, oggi nota come Avellino: città ricca di storia | I resti del suo splendore sono altrove

Castello medievale
Abellinum è l’odierna Avellino – pexels – salernosera.it

L’insediamento conosciuto oggi come Avellino in Campania nacque dopo che l’Avellino romana, Abellinum, fu abbandonata.

Fondata dalla tribù sannitica degli Irpini, Abellinum si formò con il nucleo originario sulla collina della Civita, dove sono stati trovati numerosi reperti archeologici, in territorio dell’odierna Atripalda a circa 4 km dal centro di Avellino.

Testimonianze archeologiche attestano la presenza sulla Civita di un importante centro pre-romano, presumibilmente di origine etrusco-campana e di lingua osca, risalente almeno al IV secolo.

Secondo ricerche, suffragate da Edward Togo Salmon, l’antica città era al centro del territorio dei Sabatini, popolo sabello documentato da Tito Livio. Non è da escludere che tale centro avesse il nome di Velecha, attestato da numerose monete attribuite all’area campana.

Fu conquistata dai Romani nel 293 a.C., che la sottrassero al dominio degli Irpini durante le Guerre sannitiche che si verificarono tra il 343 a.C. e il 292 a.C. Sotto il dominio di Roma la città cambiò più volte denominazione (nell’ordine: Veneria, Livia, Augusta, Alexandriana e Abellinatium).

I resti di Abellinum

I resti dell’antica colonia romana di Abellinum, dedotta in età graccana (fine II sec. a.C.), e impiantata su un precedente insediamento sannitico (IV-III sec. a.C.), l’Oppidum Abellinatium, occupano l’attuale pianoro della Civita, a nord-ovest dell’odierno centro abitato di Atripalda, sulla riva sinistra del fiume Sabato, sin dall’antichità via naturale di collegamento tra il beneventano e il salernitano.

All’ingresso della Civita è ancora visibile una parte del circuito murario di età romana, realizzato in opera reticolata, con tufelli di forma piramidale. Al margine del fossato, che circonda l’intera cinta muraria, sono stati portati alla luce tre filari della fortificazione di età sannitica di III sec. a.C., in opus quadratum (opera quadrata), con grossi blocchi di tufo giallo.

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Avellino, la vista della città – Salernosera.it

Le caratteristiche dei monumenti

Il complesso monumentale ha il carattere di una ricca dimora patrizia, per le dimensioni (ca. 2500 mq di estensione), e per la particolare ricercatezza delle decorazioni dei diversi ambienti e delle suppellettili venute alla luce. Con il terremoto del 346 d.C. le condizioni di vita dell’antico centro divengono difficili. Con la guerra greco-gotica (535-555 d.C.) si assiste ad un graduale abbandono sino alla conquista longobarda, a partire dalla fine del VI sec. d.C..

Dell’antica Abellinum sono noti alcuni settori delle necropoli situate lungo le maggiori strade extraurbane. Le testimonianze più significative vengono dalla località Capo la Torre, dove sono state scavate sepolture databili dall’età romana imperiale al periodo tardo-antico. Nella stessa località altre sepolture sono state individuate lungo i muri perimetrali della cripta della Collegiata di S. Ippolito; secondo la tradizione questo luogo può essere identificato come lo Specus Martyrum delle prime comunità cristiane, che vi custodivano le spoglie e le reliquie dei santi.