SOPPRESSATA, Calabria superata a gran sorpresa | In Campania c’è una città che ne fa da padrona: i buongustai approvano
Soppressata, la Regione Calabria è stata battuta. In Campania una città ne ha una squisita da provare assolutamente.
Regione che vai, squisitezza culinaria che torvi, potremmo dire e di certo, se parliamo di quelle presenti ne nostro Paese, è più vero che mai. I buongustai lo sanno e, prima di partire per un viaggio o una gita, si documentano tantissimo. Leggono libri o riviste e tantissimi sono anche i blog che ci propongono locali dove assaggiare tante bontà, comprese quelle low cost.
Inoltre sono molte le curiosità che affollando il web sui piatti locali. Parlando di salumi, che non mancano mai in frigo e nel carrello della spesa. Ce n’è uno, inoltre, che rischia di perdere la sua paternità. Parliamo della soppressata, che, a quanto pare, non godrebbe di una sua qualità al top solo in Calabria. Infatti c’è una città in Campania che ne proporrebbe una fantastica.
Tuttavia facciamo un passo indietro. Con il termine soppressata o soppressa si intende appunto luna tipologia di salume del quale esistono svariate varianti, per lo più nell’Italia Meridionale. È preparata sostanzialmente con una selezione di tagli rigorosamente nobili di prosciutti, spalla, pancetta e lardo tenero.
In ogni caso, come poco fa accennato, esistendone varianti, è anche possibile trovarne alcune composte da carni bovine. In tanti però la confondono con il salame. Quest’ultimo possiede un maggior contenuto di grassi e c’è anche una maggior differenza a livello di gusto e ciò è dovuto al periodo di stagionatura.
Soppressata, una squisitezza non solo calabrese
Basti pensare che alla soppressata bastano 4 giorni, mentre per il salame possono volerci anche 4 mesi di affinamento. Oltre alla curiosità di assaggiarla, vorremmo anche sapere come si presenta in tavola. Essendo un salume, la soppressata può essere servita come antipasto, insieme ad un piatto di formaggi stagionati o di verdure grigliate.
Potremmo tuttavia anche sfruttarla come secondo piatto, abbinandola a uno squisito contorno di legumi. E ora vi sveliamo il significato del suo nome. Si chiama così perché semplicemente non è che carne salata e pressata. Tuttavia, lo ribadiamo, per gustarne una fantastica non dovete per forza di cose andare in Calabria. Di questo e di molto altro al riguardo di ha parlato prodottitipici.it.
La città campana dove assaporarla
Difatti, anche se si narra che l’origine di questo salume abbia avuto origini nella zona Lucano-Calabra, secondo una testimonianza più antica, datata 1719, pure in Campania possiamo farne onore. Difatti, ad Avellino, in particolare in Irpinia, se ne prepara una assolutamente divina. E così, soprattutto per i pranzi di festa domenicali, non ne manca mai qualche fetta.
Possibilmente in compagnia di buon pane casareccio, magari senza sale, o di formaggi pregiati. Inoltre è anche molto utilizzata per la pizza, insieme al primo sale e alle uova. Così, ad Avelino danno vita, soprattutto nel periodo Pasquale, alla pizza della Chiena. Viene preparata il venerdì Santo per essere poi consumata dal giorno dopo fino a Pasquetta.