In Campania si mangia da favola: babà, pizza e pasta ma non solo | Non lasciare la Regione senza aver gustato gli NDUNDERI: una vera delizia
Se ci troviamo, anche solo di passaggio, in Campania, vietatissimo è non assaggiare gli Ndunderi. Di che cosa si tratta?
Al solo penero di chi li conosce già viene chiaramente l’acquolina in bocca, mentre chi si accinge a farlo, non ne farà mai più a meno. Parliamo di una squisitezza campana che molte massaie amano preparare tutt’ora e non solo per occasioni speciali. Di certo, per il classico pranzo in famiglia della domenica, non mancheranno.
Parliamo degli ndunderi, che a parecchi non dirà molto ma che poi non scorderanno più, dopo che ne avranno assaggiato un bel piatto. Ciò consentirà loro di capire che nella Regione Campania esistono molte pietanze degne di nota e delle quali si può sentire la mancanza, una volta tornati a casa.
Non parliamo solo della pizza, qui preparata in modo magistrale o della pasta con condimenti o sughi talmente buoni che la scarpetta è d’obbligo, ma anche di dolci, fra cui trionfano i mitici babà. E ora annovereremo fra loro anche gli ndunderi, i quali provengono da una tradizione culinaria già presente sin dall’Antica Roma.
Si tratta di un particolare genere di pasta fresca preparato con impasto a base di farina, patate e rigorosamente ricotta di mucca. Tuttavia ci sono anche persone che puntano anche a quella di pecora. La forma ricorda le palline romane, dalla quali, secondo la leggenda, sono nati poi gli gnocchi che tutti noi conosciamo.
Ndunderi, una volta scoperti non li lasci più
Tuttavia gli ndunderi, sebbene dal punto di vista estetico possano ricordare gli gnocchi, non possono essere definiti tali. Diciamo che, per un esperto è facile spiegare spiegarne la differenza. Tuttavia come li assaggerete vi renderete conto che, a livello di guasto e di consistenza, si tratta di tutt’altro.
Essi sono corposi e decisamente un po’ meno teneri rispetto ai poco fa citati gnocchi. La loro maggiore consistenza è indubbiamente dovuta la loro lavorazione a mano. Una volta ben realizzato l’impasto viene suddiviso in cordoni, a loro volta ridotti in pezzettoni dalla loro forma ovale classica, per poi essere passati su una grattugia.
In Campania li mangi così
Chiaro che in molti ora si chiederanno con quale sugo o condimento vadano accompagnati. Solitamente, durante la festa dedicata a Santa Trofimena, che è il Patrono della cittadina di Minori, dove questo piatto è il principe, vengono presentati con la ricca salsa al pomodoro e salsiccia. Nei ristoranti del posto potremmo anche vederli unti ad altri generi di condimenti, su cui trionfa la colatura di alici di Cetara.
Dunque avete capito che si tratta di una pietanza squisita per lo più della meravigliosa Costiera Amalfitana, che merita più di un’accorata visita e non solo nei periodi estivi. Ovvio che potersi gustare questa estrema prelibatezza in un locale fronte mare è da vedersi come una manna dal cielo. Come lo è nella poco fa menzionata festa dedicata alla patrona, che qui si festeggia ben tre volte nel corso dell’anno. Di tutto questo ci ha parlato costieraamalfitana.com