Campania ultima nell’indice Cesvi su maltrattamenti e cura dell’infanzia: i dati emblematici
Su diversi parametri presi in considerazione la nostra regione è risultata essere la peggiore dell’intero stivale. Ecco il raffronto
Le classifiche non sono il punto forte della Campania. A prescindere da quale esse siano spesso purtroppo siamo agli ultimi posti e anche in quella che stiamo per andare ad analizzare la situazione è la medesima.
In questo caso si tratta dell’Indice regionale sul maltrattamento e la cura dell’infanzia in Italia (giunto alla sesta edizione), realizzato dalla Fondazione Cesvi e presentato a Napoli, nella Biblioteca comunale di Secondigliano Guido Dorso, come riportato da rainews.it.
Il tema principale dell’incontro manco a dirlo sono gli interventi volti a potenziare i servizi a tutela dell’infanzia. Il tutto tramite un modello integrato che prevenga e contrasti il triste fenomeno del maltrattamento su bambini e bambine.
Visto l’ultimo posto in graduatoria, Cesvi ha presentato un approfondimento sulla situazione campana. Un modo per far comprendere le differenze con le altre regioni e soprattutto gli aspetti da migliorare necessariamente in futuro.
I parametri dell’indice Cesvi su cui la Campania è carente
Partendo dalle basi, il nostro territorio è quello in cui i minori sono sottoposti a maggiori rischi di contesto (preceduta solo da Puglia e Sicilia), ma al tempo stesso è la regione con il più alto numero di bambini ed adolescenti.
Nota dolente anche per quanto riguarda i servizi per la prima infanzia con la Campania che è di fatto ventesima. Non ci sono però solo note negative, ma anche alcuni aspetti in netto miglioramento come quello relativi ai pediatri. Nel resto del paese sono in diminuzione e ciò fa si che ci si avvicini alla media nazionale.
Le carenze della Campania in merito all’infanzia
Molto importante per quanto concerne la crescita dei bambini è anche il contesto familiare. Per questo secondo il direttore generale di Cesvi Stefano Piziali si auspica che possano essere garantite alle famiglie delle condizioni di vita e lavorative migliori che possono essere propedeutiche al benessere generale del nucleo.
Piziali ha poi sottolineato come a fronte di un aumento dei fattori di rischio registrato durante la pandemia si possono annoverare anche dei miglioramenti dei servizi offerti che lascia ben sperare per il futuro. Dunque il potenziale per emergere da questa situazione c’è tutto. Serve solo un po’ di abnegazione e di lavoro su più fronti. Solo così si può permettere ad un territorio da sempre pregno di bambini, di poterli far crescere nel migliore dei modi.