Guida Michelin 2025: in Campania ben cinque ristoranti guadagnano la stella
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla perdita della stella da parte di quattro ristoranti. Andiamo a scoprire i particolari
Il momento tanto atteso per i ristoratori e gli amanti della cucina è finalmente arrivato. Nella giornata di martedì 5 novembre è stata annunciata la Guida Michelin 2025 per l’Italia, che ha riservato diverse sorprese.
L’analisi che andremo ad effettuare in questa sede riguarderà per forza di cose esclusivamente la Campania, regione che sotto questo punto si di vista si è sempre fatta valere. Sono infatti diverse le eccellenze presenti sul territorio.
Per forza di cose però ci sono stati degli avvicendamenti e se da un lato c’è chi può esultare per la conquista della Stella, dall’altro c’è chi l’ha persa facendo un piccolo passo indietro, che chiaramente lascia sempre l’amaro in bocca.
Dunque andiamo a vedere quali attività sono entrati a far parte della “Rossa” e quali invece sono usciti. Prima però è bene rammentare che la Campania si conferma al secondo posto per numero di ristoranti che possono vantare la Stella Michelin a quota sei. Prima la Lombardia che ne conta ben nove.
Quali esercizi hanno guadagnato la stella
Stando a quanto riportato da fanpage.it i ristoranti che hanno guadagnato la Stella entrando così a far parte della prestigiosa Guida Michelin sono i seguenti:
- Cetaria, Baronissi (Salerno),
- O me o il mare, Gragnano (Napoli),
- Don Alfonso 1890, Sant’Agata dei due Golfi (Napoli),
- Marotta, Squille (Caserta),
- Volta del Fuenti by Michele Di Blasio, Vietri sul Mare (Salerno).
I ristoranti campani che si sono visti togliere la stella
Al contrario invece, ci sono coloro che invece quest’anno avevano la Stella, ma che l’hanno persa almeno per il prossimo anno. Tra questi ci sono delle vere proprie istituzioni della cucina campana. Ecco quali sono.
- Tre Olivi, Paestum (Salerno), passato da 2 Stelle a 1 Stella,
- Palazzo Petrucci, Napoli,
- Rear, Nola (Napoli),
- La Serra, Positano (Salerno).
Un regresso che non significa abbassamento di qualità. Per concorrere ad alti livelli infatti è necessario rispettare diversi parametri e al tempo stesso va rispettato il parere dei giudici che di volta in volta si recano nei ristoranti per effettuare le ispezioni. Il tempo per sovvertire il risultato c’è tutto. Bisognerà lavorare sodo per tutto il 2025 con la speranza che al termine del prossimo anno si possa tornare a “toccare quella stella” che per chi lavora nella ristorazione vale più di qualsiasi altro riconoscimento.