Pagani, si fa accreditare 700mila euro da un’azienda con l’inganno: arriva la condanna
Un 34enne della provincia di Salerno è stato condannato per i reati di sostituzione di persona e truffa. I dettagli dell’incredibile vicenda
La strada dell’inganno alla lunga non porta sempre i risultati sperati. Prima o poi per fortuna la verità viene alla luce e si può evitare che i loschi personaggi che utilizzano queste tecniche possano farla franca.
Inizialmente può sembrare così, ma grazie ai mezzi tecnologi odierni raggiri e truffe nella maggior parte dei casi vengono scoperti. La fase successiva è quella di accertamento del reato e del giudizio, che può essere anche molto salato.
Un po’ come nel caso di un ragazzo di 34 anni di Pagani, che ha ricevuto una condanna di non poco conto dopo aver messo in piedi un piano a dir poco diabolico. Non era la prima volta che si lasciava andare ad azioni simili e ciò ha influito sulla decisione dei giudici.
Andiamo però per gradi e ricostruiamo quanto successo grazie all’analisi riportata da salernotoday.it. Tenetevi forti perché i particolari sono davvero agghiaccianti e fanno capire come i nostri dati siano sempre in costante pericolo.
Come è riuscito a farsi accreditare l’ingente somma
Il giovane è riuscito ad intrufolarsi nella email di un’azienda facendosi accreditare 720mila euro su un conto corrente a lui intestato. Nello specifico ha inviato un messaggio di posta elettronica ad un referente di una società con sede in Sicilia in cui lo invitava ad effettuare un bonifico in favore di una persona, che risultava attestatore di un concordato fallimentare di quello stesso brand.
L’iban che aveva fornito però non faceva capo alla persona alla quale sarebbero dovuti andare i soldi, bensì era riconducibile all’autore della truffa. Dopo poco però fu riscontrata l’anomalia e fu avviata l’indagine in seguito alla denuncia del rappresentante legale della Srl.
La condanna definitiva della Cassazione
Dopo sette anni è arrivata la sentenza definitiva, che ha stabilito una condanna a 10 mesi per l’autore del piano truffaldino. La Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso della difesa, la quale sperava in una pena più tenera per il suo assistito.
I reati ascritti sono sostituzione di persona e truffa. Questi rendono ancor di più l’idea di quanto accaduto e di come bisogna essere sempre attenti in qualsiasi contesto, anche sul posto di lavoro. Il rischio è sempre dietro l’angolo e abbassare la guardia anche solo per un istante può rivelarsi particolarmente deleterio.