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Campania, il triste fenomeno dell’abbandono dell’Olivicoltura: i numeri di un trend sempre più in ribasso

Ulivo (Pixabay) - salernosera.it
Ulivo (Pixabay) – salernosera.it

In realtà si tratta di un andamento che riguarda tutta Italia, ma la politica si sta muovendo per cercare quanto meno di limitarlo

L’abbandono dei terreni olivicoli è una vera e propria emergenza nel Bel Paese. Non si tratta di una mera constatazione circostanziale, bensì di un’evidenza certificata da una recente ricerca del centro studi del consorzio nazionale di olivicoltori.

Complessivamente in Italia su circa 1,1 milioni di ettari totali, circa 500mila sono stati abbandonati. In base a quanto riportato da ottopagine.it dal 2010 al 2020 le aziende olivicole sono scese del 31% nonostante la superficie sia rimasta di fatto stabile.

Purtroppo anche la Campania è più che mai dentro a questo movimento a dir poco catastrofico. Il calo delle aziende sul territorio in base ai dati Ismea scheda olio di oliva febbraio 2023 è del 40%. Una cifra che preoccupa e che non lascia presagire nulla di buono per il prosieguo.

Per fortuna però qualcuno sta prendendo seriamente a cuore la questione e ha deciso di prendere iniziativa prima che si arrivi al punto di non ritorno. Ecco cosa sta succedendo sotto questo punto di vista.

L’iniziativa congiunta dell’associazione città dell’olio e degli organi politici

L’associazione città dell’olio in collaborazione con l’onorevole Giuseppe Bicchielli hanno infatti deciso di arginare questo preoccupante fenomeno dei terreni agricoli. In pratica la questione è stata posta come ordine del giorno in Parlamento.

In seguito a ciò partirà un tavolo tecnico interministeriale con le regioni, gli enti locali e le principali associazioni di settore a livello nazionale in modo tale che si possa rivedere la normativa vigente sulle terre abbandonate. A spiegarlo è stato il presidente delle città dell’olio Michele Sonnessa.

Olive (Pixabay) - salernosera.it
Olive (Pixabay) – salernosera.it

Combattere l’abbandono anche per far fronte alle emergenze ambientali

Un altro motivo per cui vale la pena combattere questa battaglia è senz’altro quello di far fronte alle numerose emergenze ambientali che riguardano i cambiamenti climatici, il rischio idrogeologico, gli incendi e la tutela della biodiversità. Inoltre può essere importante per dare nuova linfa ai territori guardando a tutti i servizi ecosistemici che l’olivicoltura multifunzionale produce, incluso l’oleoturismo di cui non si parla molto, ma che in realtà ha una sua importante rilevanza.

Dunque, non resta che proseguire e vedere cosa accadrà per quanto concerne alcuni fattori fondamentali relativi alla produzione dell’olio. Tra questi vanno annoverati l’attività di censimento, l’introduzione di agevolazioni fiscali per la regolarizzazione catastale e per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati. Il 2025 dirà molto sul futuro di questa attività fondamentale non solo per la nostra regione, ma per l’intero paese.