Campania, è allarme “Vespa Orientalis”: quali danni è capace di fare agli altri alveari
I “nuovi” insetti figli dei cambiamenti climatici stanno creando scompiglio tra gli apicoltori della nostra regione. Ecco tutti i dettagli
Il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per gli apicoltori della Campania. Infatti già da qualche tempo nella nostra regione si è insidiato un insetto piuttosto pericoloso, che ha già fatto il suo corso in maniera per niente positiva.
Stiamo parlando della Vespa Orientalis chiamata anche Calabrone Orientale. Gli esemplari adulti possono arrivare anche a 3 cm di lunghezza. La colorazione del corpo è rossastra con delle parti giallo-sulfuree del capo e sull’addome.
Come si evince dalle notizie riportate da napoli.corriere.it è velenoso oltre che aggressivo. Per effetto di ciò sta distruggendo interi alveari sparsi su tutto il territorio. Mangia sia le api in volo sia quelle all’interno dell’alveare, che alla fine viene danneggiato in maniera irreparabile.
Tutto ciò potrebbe essere causa dei cambiamenti climatici, che ha trasformato in guerra quella che prima era una competizione tra insetti. Allo stato attuale circa il 25% dei 100mila alveari presenti in Campania è stato già attaccato.
La spiegazione dell’esperto
A tal proposito ha provato a dire la sua Riccardo Terriaca direttore del Gruppo Apistico Paritetico Volape che in Campania rappresenta diverse associazioni, all’interno delle quali ci sono circa 500 produttori di miele.
A suo avviso gli scombussolamenti climatici hanno modificato gli habitat naturali e ciò ha creato competizione tra i vari insetti. Le api però stanno avendo la peggio in maniera netta e preoccupante. Oltre a quelle che soccombono in volo bisogna fare i conti anche con quelle che impaurite dal terribile calabrone non riescono più ad uscire per la raccolta.
La richiesta da parte degli apicoltori
In questo gli apicoltori oltre ad avere un’ingente perdita relativa al raccolto si ritrovano anche dinanzi ad una spesa extra per consentire delle nutrizioni di soccorso che consentano ad intere famiglie di api di sopravvivere. Terriaca ha voluto precisare inoltre che dinanzi a tutto ciò l’intera categoria non ha strumenti di difesa ed è sconfortata per quello che potrà essere il futuro del loro lavoro.
Da qui la richiesta di aiuto in termini di ricerca alla Facoltà Veterinaria di Napoli, al Cnr di Portici e all’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania. Allo stato attuale tutto tace, sia per quanto concerne le risposte scientifiche sia per quel che riguarda eventuali aiuti economici per sopperire a questo scenario venutosi a creare. I prossimi mesi dovranno per forza di cose dare delle risposte.