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Commenti sui social, ora la musica è cambiata | Se sei solito scrivere ciò che pensi, da domani ti multano: ecco la nuova direttiva

Social network
I commenti denigratori sui social possono essere reato – pexels – salernosera

L’epoca dei social ha ribaltato completamente il mondo della comunicazione, soprattutto quella tra conoscenti. E attenzione ai commenti che si lasciano in pubblico

Da quanto i social sono entrati di prepotenza nella quotidianità delle persone, nessuno più è stato al sicuro da commenti, dissing, attacchi frontali e trasversali. Ormai tutti sanno tutto di tutti, ma soprattutto è diventato quasi normale spiattellare la propria quotidianità ai quattro venti.

Come è diventato uso comune commentare, spesso con cattiveria, le vicende altrui. Come se questo desse potere a chi trae piacere dal fare commenti e apostrofare in maniera saccente il prossimo.

Succede alle persone famose, succede alle persone comuni: si pubblica un post, si esprimono delle emozioni, ed ecco che il mondo del web, impietoso, si mette subito alla finestra a leggere, dissezionare, commentare, e spesso a dire parole poco piacevoli. Ma ci sono novità che non faranno gran piacere a questi “leoni da tastiera”.

La legge infatti parlano chiaro: i commenti denigratori possono essere trattati come, né più né meno, reati di diffamazione. Tanto che più di qualcuno, personaggi dello sport e dello spettacolo tra gli altri, hanno deciso di avviare delle azioni legali di massa proprio contro gli insulti online.

Commenti o diffamazione?

Il confine tra un commenti poco piacevole e il reato di diffamazione è molto sottile. Gli attacchi personali a un individuo, infatti, possono essere facilmente considerati come reato di diffamazione se diventano troppo verbalmente violenti, tanto che il Codice Penale li considera come veri reati perseguibili.

Questo succede in ogni ambito della comunicazione, ma soprattutto sui social, dove il controllo delle comunicazioni tra utenti è lasciato piuttosto al caso, e spesso non c’è chi effettua un controllo stretto su quanto viene pubblicato e commentato dagli altri utenti. Però non tutti i commenti sono ritenuti diffamazione: ci sono infatti alcune parole che rientrano in contesti diversi come il body shaming, e bisogna fare attenzione anche alle emoji denigratorie.

Body shaming
Anche il body shaming è considerato diffamazione – pexels – salernosera

La strumentalizzazione dei commenti

Certo è che c’è anche chi riesce a trarre vantaggio dagli eventuali commenti negativi sulla propria persona. C’è chi infatti commette abuso di questa legge per trarre profitto dai commenti offensivi, come alcuni influencer che hanno trasformato gli insulti ricevuti in un vero business.

E nel 2025, in un momento storico in cui la decenza è regolata da norme piuttosto lasse e poco severe. nonché dove c’è denaro, c’è chi è pronto a sfruttare ogni occasione, è bene avere un occhio di riguardo.