Stai cercando lavoro? Ci pensa IDA: preparati a firmare il contratto della vita, tempo indeterminato e 3mila euro al mese

Ecco in che modo molte persone stanno cercando lavoro in questa fase. Il trucchetto però potrebbe rivelarsi controproducente
Il mondo del lavoro sta diventando sempre più arduo. Le proposte allettanti sono sempre più difficili da scovare e ciò sta creando notevoli difficoltà ai nostri giovani desiderosi di cercare un’occupazione stabile.
Da un po’ di tempo però chi è alla ricerca di un impiego sta utilizzando un “piccolo aiutino”. Si tratta dell’Intelligenza Artificiale, che ormai viene impiegata con una certa frequenza sia nel settore delle assunzioni, ma anche da coloro che sono a caccia dell’opportunità giusta.
Ciò ha naturalmente generato una serie di considerazioni e di preoccupazioni. Soprattutto per quanto concerne il fatto di dover essere valutati da una macchina. Per questo i candidati stanno rispondendo con la stessa moneta.
Questo trend però come riporta casertanotizie.it ha generato una sorta di circolo vizioso in cui i recluter sono sempre più attenti ad esaminare le candidature per capire chi si è avvalso dell’IA.
In quanti si affidano all’IA per inviare le proprie candidature
Infatti stando ad un sondaggio condotto da Canva relativo all’anno solare 2024 quasi la metà dei 5.000 partecipanti ha confessato di essersi avvalsa di ChatGPT per creare o migliorare il proprio curriculum.
A suffragare questa tesi ci sono anche i dati della società di consulenza Neurosight riportati dal Financial Times, secondo cui il 57% di coloro che si candidano per un lavoro si avvalgono di chatbot di OpenAI. Tutto ciò però ha generato un bel po’ di scetticismo. A testimoniarlo è stato anche da Matthew de la Hey cofondatore e CEO della piattaforma londinese inploi.

In quali casi ci sono maggiori possibilità di successo
Tra gli esempi citati ci sono le risposte meccaniche alle domande e lettere motivazionali senza compiere alcuno sforzo, ma che in molti casi vengono smascherate e cestinate. Chi recluta d’altronde pretende un minimo di originalità. Attenzione però, non è detto che non si possa farla franca. Ad esempio riprendendo le informazioni raccolte da Neurosight, chi si è avvalso della versione gratuita di ChatGPT ha avuto meno possibilità di superare i test psicometrici rispetto a chi invece si era affisato alla versione a pagamento.
Dunque, con strumenti più qualitativi e potenti in alcuni casi si può comunque riuscire a raggiungere l’obiettivo e magari a strappare un contratto di una certa importanza. Si tratta comunque di un rischio, che può vanificare i propri sforzi e precludere in maniera definitiva un determinato sbocco lavorativo.