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INPS, ora ci levano pure gli occhi per piangere | Dal prossimo mese MAZZATA ASSICURATA: quasi 500€ di detrazioni, situazione assurda

Busta paga
Pensioni: tagli importanti sulla retribuzione – pexels – salernosera

Non potevamo aspettarci solo belle notizie da questo 2025: dove c’è luce, infatti, inevitabilmente c’è anche ombra

Se fino alla fine del 2024 infatti i dipendenti con busta paga e i pensionati hanno goduto di un taglio del cuneo fiscale molto alto, nel corso del 2025 si troveranno invece con dei tagli importanti nelle retribuzioni.

A subire i maggiori tagli saranno le pensioni, che rappresentano un campo di azione molto delicato, sul quale la Legge di Bilancio 2025 non sembrava in un primo momento aver fatto molte modifiche, ma alla fine c’è un particolare di cui si deve per forza tenere conto.

La manovra di Bilancio, del resto, ha avuto un budget limitato, “appena” 20 milioni di euro e nessuna chance di fare un nuovo debito visto che l’Italia si trova sotto procedura di infrazione, e già solo la riconferma del taglio del cuneo fiscale è costa allo Stato ben 10 miliardi.

Per questo motivo è naturale che qualcosa dovesse essere lasciato indietro e che da qualche parte era anche necessario recuperare un po’ di soldi, ed ecco che la rivalutazione delle pensioni si è fermata allo 0,8%, non sono state aggiunte nuove misure di pensione anticipata.

Le maggiori perdite per i pensionati

La conseguenza delle mosse fatte dalla Legge di Bilancio significherà dunque assegni dell’Inps meno sostanziosi e, in molti casi, le perdite arriveranno quasi a 400 euro. Un taglio che affonda le sue radici in tempi piuttosto lontanucci, quasi 20 anni fa, con la riforma Dini sulle pensioni.

Nel 1996  la riforma Dini cambiò in modo drastico il sistema di calcolo delle pensioni. Fino al 1995, infatti, le pensioni venivano calcolate con il sistema retributivo mentre dal 1996 in avanti è subentrato il sistema contributivo. Il sistema retributivo teneva conto della media degli stipendi che un lavoratore aveva ricevuto durante gli ultimi anni della sua carriera. Il sistema contributivo, invece, moltiplica l’insieme dei contributi versati per un numero che cambia a seconda dell’età anagrafica: il coefficiente di trasformazione.

Stipendio
I pensionati perderanno intorno ai 400 euro nel 2025 – pexels – salernosera

Coefficiente di trasformazione

Il Governo Meloni ha abbassato i coefficienti di trasformazione e, di conseguenza, le pensioni quest’anno saranno più basse rispetto a quelle dell’anno scorso. In pratica chi nel 2025 andrà in pensione a 67 anni, a parità di contributi e di stipendio, subirà una perdita di 325 euro all’anno.

Chi invece uscirà dal lavoro a 70 anni e non a 67, subirà perdite ancora più importanti. Infatti a parità di contributi e di retribuzione, riceverà 389 euro all’anno in meno rispetto a chi è uscito dal lavoro nel 2024.