CERCHI LAVORO E LO STATO TI PAGA | Si tratta dell’ultima trovata di Marzo: mostra le ricerche che fai e ti danno più di 400 euro

Una nuova misura è destinata a far discutere: ecco in cosa consiste l’incentivo recentemente approvato per chi cerca un’occupazione.
Trovare un impiego in certe situazioni sembra un’impresa impossibile, ma a quanto pare è diventato anche molto conveniente.
Una nuova iniziativa politica, infatti, promette di sostenere economicamente i disoccupati, a patto che dimostrino un impegno attivo nella ricerca di lavoro.
Il provvedimento prevede l’erogazione di un sussidio di oltre 400 euro mensili per chi partecipa attivamente a programmi di ricerca lavorativa e formazione professionale.
L’obiettivo è ridurre il numero di persone inattive e incentivare l’inserimento nel mercato del lavoro, in un contesto economico particolarmente ostico.
Nuove politiche di welfare per i disoccupati: l’incentivo per la ricerca di lavoro
A partire dal 1° gennaio 2025 le regole per ottenere il sussidio di disoccupazione cambieranno radicalmente. Il nuovo sistema di assistenza economica prevede che i disoccupati in Danimarca non possano più limitarsi a ricevere il contributo statale. Dovranno, infatti, dimostrare un reale impegno nella ricerca di un impiego. Per poter accedere ai fondi pubblici, i richiedenti dovranno soddisfare specifici criteri legati alla loro residenza e alla loro storia lavorativa.
I beneficiari del sussidio saranno obbligati a cercare attivamente lavoro. Nel caso non riescano a trovare un’occupazione dovranno partecipare a programmi di formazione o corsi di aggiornamento professionale. Inoltre, chi non ha lavorato a tempo pieno per almeno 2 anni e mezzo negli ultimi 10 anni dovrà accettare un impiego assegnato dalle istituzioni competenti. Queste offerte di lavoro arrivano spesso da settori con carenza di personale.

La Danimarca fa da modello: l’Italia pronta a replicare questo sistema vincente
Questa riforma, come riportato dall’Associazione delle Camere di Commercio italiane all’Estero, promuove la ricerca attiva di lavoro e si concentra anche sull’integrazione delle fasce più deboli nei contesti professionali. Secondo il governo danese, la percentuale di disoccupati che ricevono sussidi e hanno origini non occidentali si attesta attorno al 33%, mentre il 40% delle donne in questa categoria dipende dall’assistenza pubblica. Per questo motivo, l’obbligo di lavoro è visto come uno strumento per favorire l’integrazione e garantire pari opportunità a tutti.
Tutti coloro che frequentano corsi di lingua, svolgono lavori part-time o partecipano ad attività formative potranno ridurre il numero di ore di lavoro obbligatorie. L’obiettivo è rendere i danesi disoccupati finalmente autonomi. Questa politica, che sta riscuotendo grande successo in Danimarca, potrebbe influenzare anche tutti gli altri Paesi Europei. L’Italia è tentata di imitare la misura del governo scandinavo e di replicare, quindi, il sistema di welfare danese che segna un cambiamento significativo nelle politiche di assistenza.