Ho perso il lavoro e MI HANNO DATO LA PENSIONE | Giorgetti attua il nuovo piano, adesso l’INPS paga i giovani

La Quota 103 è una misura di pensione anticipata introdotta dal governo per consentire ai lavoratori di lasciare il lavoro prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Inizialmente prevista per il 2023, è stata prorogata anche per il 2024 e il 2025, sebbene con alcune modifiche. Questa opzione permette di accedere alla pensione con 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi, offrendo una via d’uscita dal mondo del lavoro a chi ha maturato una lunga carriera.
Per accedere a Quota 103, il lavoratore deve soddisfare due requisiti fondamentali: avere almeno 62 anni di età, aver maturato almeno 41 anni di contributi. Questa combinazione consente di lasciare il lavoro prima dei 67 anni, soglia necessaria per la pensione di vecchiaia, o dei 42 anni e 10 mesi richiesti per la pensione anticipata ordinaria (41 anni e 10 mesi per le donne).
Un aspetto fondamentale da considerare è che l’importo della pensione viene calcolato interamente con il sistema contributivo, il che potrebbe ridurre l’assegno rispetto ad altri regimi misti o retributivi.
Inoltre, esiste un tetto massimo: l’importo dell’assegno non può superare circa 2.800 euro lordi al mese, ovvero cinque volte il trattamento minimo INPS.
Chi può beneficiarne e limitazioni
La misura è accessibile a lavoratori dipendenti del settore privato e pubblico, ma con alcune eccezioni. Ad esempio, i dipendenti delle forze armate e del comparto sicurezza seguono regole diverse.
Un altro elemento di cui tenere conto è la cosiddetta finestra mobile: tra la maturazione dei requisiti e il primo pagamento dell’assegno pensionistico trascorrono tre mesi per i lavoratori privati e sei mesi per quelli pubblici. Inoltre, chi sceglie Quota 103 non può lavorare come dipendente fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia, ma può svolgere attività autonoma con alcune limitazioni.

Quota 103 conviene davvero?
Scegliere Quota 103 significa accedere prima alla pensione, ma con un assegno ridotto rispetto ad altre formule. La decisione deve quindi basarsi su una valutazione personale della propria situazione economica e lavorativa. Per molti, lasciare il lavoro a 62 anni è un’opportunità molto preziosa. Mentre per altri potrebbe essere più conveniente attendere e accumulare un assegno pensionistico un po’ più elevato.
Trascorsi 3 mesi dalla cessazione del periodo di validità della Naspi, sarà possibile fare domanda per l’accesso all’Ape Sociale, la misura di accompagnamento alla pensione per coloro che hanno compiuto 63 anni e 5 mesi di età che nell’elenco delle categorie a cui è riservata comprende appunto anche i disoccupati che hanno beneficiato della relativa indennità di disoccupazione (cessata appunto da almeno tre mensilità).