HO PERSO L’UDITO | Questo farmaco provoca effetti assurdi: chiedi al tuo medico come sostituirlo alla svelta

Negli ultimi tempi, si è diffusa una crescente preoccupazione riguardo all’uso di determinati antibiotici e il loro potenziale impatto sulla salute uditiva.
Questi farmaci, spesso utilizzati per trattare infezioni batteriche gravi, hanno dimostrato di poter causare danni permanenti all’udito, suscitando allarme tra gli esperti del settore.
Gli aminoglicosidi, tra cui la gentamicina e la kanamicina, sono farmaci altamente efficaci nel contrastare infezioni batteriche pericolose, specialmente in ambito ospedaliero. Tuttavia, la loro azione non si limita ai batteri: queste sostanze possono accumularsi nelle cellule ciliate dell’orecchio interno, fondamentali per la percezione del suono.
Una volta danneggiate, queste cellule non sono in grado di rigenerarsi, causando una perdita uditiva permanente. Questo fenomeno, noto come ototossicità, è stato oggetto di numerosi studi che ne hanno confermato il rischio, soprattutto in pazienti sottoposti a trattamenti prolungati o ad alte dosi.
Il pericolo di sviluppare una perdita uditiva dipende da diversi fattori. Il dosaggio e la durata della terapia giocano un ruolo chiave: trattamenti prolungati e somministrazioni elevate aumentano il rischio di danni irreversibili. Anche la funzionalità renale compromessa è un elemento critico, poiché il farmaco tende ad accumularsi più facilmente nell’organismo, amplificando la sua tossicità. Inoltre, l’uso concomitante di altri farmaci ototossici può aggravare ulteriormente il rischio, rendendo essenziale una valutazione attenta da parte dei medici prima della prescrizione.
I sintomi dell’ototossicità
I sintomi legati all’ototossicità possono variare a seconda della parte dell’orecchio interno coinvolta. Se il danno interessa la coclea, il paziente può avvertire acufene, ovvero la percezione di ronzii o fischi, seguito da una progressiva perdita dell’udito, che inizialmente colpisce le frequenze più alte.
Se invece il danno riguarda il sistema vestibolare, possono manifestarsi vertigini, instabilità e problemi di equilibrio, sintomi che possono compromettere seriamente la qualità della vita. In alcuni casi, questi disturbi si attenuano col tempo, ma spesso il danno è irreversibile.

La scoperta della proteina “incriminata”
Recentemente, uno studio condotto dalla Indiana University School of Medicine ha portato alla scoperta di una proteina, denominata Gabarap, che sembra avere un ruolo cruciale nella perdita dell’udito indotta dagli aminoglicosidi. Nei test condotti su modelli murini, l’assenza di questa proteina ha protetto i soggetti dalla perdita uditiva nonostante l’esposizione al farmaco. Questa scoperta apre nuove prospettive per lo sviluppo di strategie terapeutiche che possano prevenire o ridurre il rischio di ototossicità negli esseri umani.
Per ridurre il rischio di danni all’udito, è fondamentale adottare misure preventive. Il monitoraggio terapeutico dei livelli plasmatici del farmaco permette di mantenere le concentrazioni entro limiti sicuri. Inoltre, sottoporre i pazienti a test audiologici prima, durante e dopo la terapia può aiutare a individuare precocemente eventuali danni. Infine, l’uso degli aminoglicosidi dovrebbe essere limitato a situazioni in cui non esistono alternative terapeutiche efficaci, valutando attentamente il rapporto tra rischi e benefici.