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Hanno rintracciato una nuova TERRA DEI FUOCHI | Purtroppo la situazione è catastrofica, si teme il peggio per tutti

Cumulo di rifiuti- Foto di Emmet da Pexels-SalernoSera.it

La situazione rifiuti sta diventando sempre più rischiosa a livello mondiale: ecco l’incredibile scoperta che si aggiunge alle preoccupazioni per la Terra dei Fuochi.

Il dramma della Terra dei Fuochi in Campania è un ferita ancora aperta di cui non si parla abbastanza e per la quale sembrano esserci poche vie d’uscita.

Incendi dolosi di rifiuti tossici, plastica abbandonata nelle campagne, roghi notturni che liberano nell’aria sostanze letali.

Il fenomeno riguarda intere comunità nelle quali sono a rischio sia la salute pubblica che quella ambientale.

Oggi si scopre che una nuova Terra dei Fuochi sta nascendo, una nuova zona a rischio alimentata proprio dai rifiuti italiani.

L’inchiesta di Greenpeace sui rifiuti italiani in Malesia: dove viene abbandonata la plastica

Secondo Greenpeace, almeno 1.300 tonnellate di plastica differenziata in Italia nel 2019 hanno preso la via della Malesia per finire bruciate o sepolte illegalmente. I danni generati sono letteralmente incalcolabili. Non si tratta di episodi isolati, ma di una pratica sistematica che viola le norme europee, come riportato da Today.it. L’Italia, infatti, è seconda solo alla Germania per esportazione di rifiuti di plastica. Il traffico di questi rifiuti si è spostato in Malesia. Secondo i dati ufficiali, nei primi nove mesi del 2019 sono state spedite 7.000 tonnellate di plastica italiana verso Kuala Lumpur.

Greenpeace ha avviato una vera e propria inchiesta e ha scoperto che almeno il 20% di quei rifiuti, circa 1.300 tonnellate, sono finiti in discariche non autorizzate, situate vicino a villaggi e corsi d’acqua. Le analisi hanno rilevato livelli altissimi di inquinanti nel suolo e nelle acque attorno a queste aree. Bambini e anziani sono quotidianamente esposti a molte malattie respiratorie.

Discarica
Discarica- Foto di Tom Fisk da Pexels-SalernoSera.it

Pratiche illegali e pericolose: l’appello di Greenpeace all’Italia

Si parla di ipocrisia del riciclo, perché dietro la facciata che incentiva la raccolta differenziata e promuove pratiche ecologiche, si cela lo spostamento del problema in un’altra parte del mondo. La plastica dei rifiuti italiani finisce nei Paesi più poveri, con tutte le conseguenze che questo comporta e in modo illegale. Le norme UE, infatti, permettono l’export solo se il materiale è trattabile secondo standard equivalenti a quelli europei, ma in Malesia questi standard sono costantemente violati.

Greenpeace ha lanciato l’allarme rispetto a queste pratiche criminali, invitando l’Italia a fermare nell’immediato l’export di plastica che non può essere garantita al 100% come riciclabile. Gli effetti di questo sistema sono a dir poco devastanti, sia per la salute delle persone che vivono in questi Paesi, sia per l’ambiente di queste zone.