“ABBIAMO VISIONATO IL TUO CURRICULUM, SEI ASSUNTO” | Non cadere nella trappola: sono dei truffatori spietati, rubano ogni cosa

Dietro la promessa di un lavoro sicuro, si nasconde una frode che svuota i conti correnti: ecco come riconoscere e difendersi dal nuovo inganno dei finti recruiter.
Sul web si moltiplicano i rischi legati a finte offerte di lavoro: dietro alcuni annunci si nascondono delle insidiose truffe informatiche.
Una voce registrata al telefono annuncia: “Abbiamo visionato il tuo curriculum, sei stato selezionato. Contatta questo numero via WhatsApp per ulteriori dettagli”.
Si tratta di un’offerta piuttosto allettante per chi è in cerca di un’occupazione e attende l’opportunità da cogliere al volo.
Dietro questo messaggio apparentemente positivo, però, si cela una rete di cybercriminali ben organizzati ed esperti.
Truffa del finto lavoro: ecco in cosa consiste e come si viene fregati
Cosa succede subito dopo la telefonata? Solitamente la vittima, sollecitata dalla speranza di un impiego, scrive al numero indicato e da quel momento cade nella trappola. I truffatori, infatti, si fingono recruiter di noti marchi internazionali e iniziano a chiedere dati personali. Il passo successivo consiste nel promuovere al malcapitato falsi lavori da casa. L’iter sembra ricalcare in tutto e per tutto quello classico occupazionale: si va dai contratti simulati ai colloqui via chat. Si arriva addirittura alle prime attività pagate puntualmente.
In particolare la vittima viene convinta a svolgere presunte attività remunerate che consistono nello scrivere recensioni, testare prodotti o simulare acquisti online. Vengono accreditati i primi pagamenti e a quel punto comincia la richiesta di denaro: si chiedono somme modeste da versare su piattaforme di trading o exchange criptovalutari. I soldi servirebbero a sbloccare offerte di lavoro superiori, ma una volta versate cifre consistenti, i truffatori spariscono nel nulla, come riportato da Brocardi.it.

Cosa dice la legge in merito alle truffe informatiche e come tutelarsi
Sono molte le vittime che raccontano di aver perso migliaia di euro, convinte di partecipare a programmi di formazione pagata o incarichi da remoto. Il fenomeno è così dilagante da richiedere l’intervento della magistratura. L’articolo 640 del Codice Penale, aggiornato nel 2024 con la legge n. 90, menziona esplicitamente la truffa informatica, includendo anche gli inganni legati al lavoro. Attualmente chi sfrutta canali come WhatsApp o email per raggirare disoccupati rischia addirittura la detenzione.
Bisogna prestare molta attenzione e tutelarsi, ricordandosi che nessuna azienda seria comunica un’assunzione tramite messaggi vocali automatici o link non verificabili. Nel caso in cui si riceva una simile proposta non bisogna accettare né cliccare su eventuali link, né condividere documenti personali. Si consiglia di segnalare immediatamente l’accaduto alla Polizia Postale.