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Su uno sperone tufaceo nasce il BORGO DELLO SPIRITO INQUIETO | Chi vive in Campania deve vederlo per forza, è pazzesco

Borgo
Molti borghi in Campania sono diventati fantasma – pexels – salernosera

Tra le colline e le montagne della Campania, esistono luoghi in cui il tempo si è fermato.

Borghi abbandonati, strade deserte, case in pietra che sembrano in attesa di qualcuno che torni a calpestarne i gradini. Sono i borghi fantasma, testimonianze silenziose di storie interrotte, di comunità che hanno dovuto lasciare le proprie case per cause naturali, economiche o sociali. In questa regione, ricca di paesaggi e di memoria, queste località rappresentano un patrimonio unico, da riscoprire e tutelare.

Il caso più emblematico è Roscigno Vecchia, nel cuore del Cilento, in provincia di Salerno. Un paese evacuato all’inizio del Novecento a causa di frane e smottamenti, oggi completamente disabitato ma ancora perfettamente conservato. Passeggiare per le sue stradine è come aprire una finestra sul passato: la piazza con la fontana, la chiesa, le case in pietra, tutto è rimasto com’era. A tenerne viva la memoria è stato per anni Giuseppe Spagnuolo, l’ultimo e unico abitante del borgo, figura ormai leggendaria.

Roscigno Vecchia non è solo un luogo suggestivo per i visitatori e i fotografi; è anche un raro esempio di architettura rurale del XIX secolo rimasta intatta.

La sua “morte”, paradossalmente, l’ha preservata dal degrado moderno. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO come parte del Parco Nazionale del Cilento, il borgo è oggi al centro di progetti di valorizzazione culturale e turistica.

I borghi fantasma della Campania

Ma Roscigno non è un caso isolato. In Campania esistono numerosi borghi fantasma, meno noti ma altrettanto affascinanti. Tra questi c’è Tocco Claudio, un piccolo paese in provincia di Avellino, abbandonato negli anni ’60 in seguito a frane e al progressivo spopolamento causato dalla difficoltà di accesso e dalla mancanza di servizi. Anche qui il centro storico è rimasto sospeso nel tempo, con edifici crollati solo in parte, archi e muri che si aprono su panorami mozzafiato.

Tocco Claudio, come altri paesi simili, è oggi oggetto di attenzione da parte di appassionati, storici locali e amministrazioni che vedono nella valorizzazione del “vuoto” una nuova forma di attrazione. Festival, itinerari escursionistici, progetti di arte contemporanea e turismo lento stanno pian piano riportando vita tra queste rovine. Non si tratta di ripopolare, ma di riconoscere il valore storico e culturale di questi luoghi e trasformarli in spazi della memoria e della riflessione.

Borgo fantasma
Un borgo fantasma in Campania – pexels – salernosera

Una bellezza che resiste

I borghi fantasma della Campania raccontano di terremoti, povertà, emigrazione, ma anche di una bellezza che resiste. Sono il lato nascosto del paesaggio italiano, quello che non si trova nelle brochure patinate ma che parla più forte di molti monumenti affollati.

In un’epoca in cui il silenzio è sempre più raro, questi luoghi ci offrono qualcosa di prezioso: la possibilità di ascoltare il tempo.