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Riemerso un VULCANO “segreto” nel cuore della Campania | Dopo Vesuvio e Campi Flegrei, questo allarma proprio tutti

Vesuvio
Una veduta del Vesuvio a Napoli – pexels – Salernosera

La Campania è una terra affascinante e complessa, dove la bellezza dei paesaggi convive con una natura profondamente viva e, talvolta, imprevedibile.

In questa regione, infatti, si concentrano alcuni dei vulcani più studiati e osservati d’Europa: il Vesuvio, i Campi Flegrei e, più in sordina ma non meno significativi, i crateri vulcanici dell’isola di Ischia.

Il Vesuvio, noto in tutto il mondo, è oggi classificato come un vulcano quiescente: ciò significa che non è attualmente in eruzione, ma che mantiene un potenziale di attività, tenuto sotto costante monitoraggio dagli esperti. La sua imponenza domina il Golfo di Napoli, silenzioso ma tutt’altro che spento.

Accanto a lui, si estende l’area dei Campi Flegrei, un sistema vulcanico molto più vasto e complesso. A differenza del Vesuvio, l’attività predominante nei Campi Flegrei non si manifesta con eruzioni esplosive, ma attraverso fenomeni di bradisismo, ovvero un lento sollevamento o abbassamento del suolo, causato dal movimento di magma nel sottosuolo.

Queste due aree, profondamente legate alla storia e alla geologia della regione, hanno segnato il destino di intere civiltà. L’eruzione del 79 d.C. del Vesuvio è forse l’evento vulcanico più celebre della storia antica. In poche ore, Pompei, Ercolano e Stabiae furono sepolte sotto una pioggia di cenere e lapilli, congelando nel tempo scene di vita quotidiana che ancora oggi emozionano milioni di visitatori. L’evento fu documentato da Plinio il Giovane, testimone diretto, che scrisse due lettere dettagliate all’amico Tacito: da lì il nome di “eruzione pliniana”, che oggi identifica questo tipo di attività vulcanica estremamente violenta.

Campi Flegrei: il bradisismo si è intensificato

Se la storia antica ci racconta tragedie lontane, l’attualità riporta l’attenzione sui Campi Flegrei. Negli ultimi anni, in particolare nel 2023 e 2024, la zona di Pozzuoli ha registrato un’intensificazione dello sciame sismico legato al bradisismo.

Scosse anche superiori a magnitudo 4 hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza e sul monitoraggio di questa vasta caldera, che include al suo interno quartieri densamente popolati. Il rischio di un’eruzione non è considerato imminente, ma l’aumento della pressione sotterranea e la deformazione del suolo sono segnali che impongono prudenza e attenzione.

Ischia
Ischia ha una forte identità geologica – pexels – salernosera

L’identità geologica di Ischia

Infine, non si può dimenticare l’isola di Ischia, meta turistica d’eccellenza, ma anche luogo dalla forte identità geologica. Anche qui, sotto la superficie delle acque termali e dei paesaggi lussureggianti, si cela una storia vulcanica. Il Monte Epomeo, che domina l’isola, è il risultato di un antico sollevamento vulcanico. Sebbene le attività siano ormai ridotte, Ischia ha conosciuto nel passato eruzioni e terremoti, come quello del 1883 a Casamicciola, che causò gravi distruzioni e centinaia di vittime.

In Campania, dunque, il rapporto con i vulcani è una convivenza continua, fatta di memoria, prevenzione e rispetto. Una sfida che affonda le radici nella storia e si rinnova ogni giorno grazie alla scienza e alla consapevolezza del territorio.