È UFFICIALE: ADDIO GOOGLE | Ecco cosa cambia per tutti in Italia, cancellate subito la cronologia
Da anni, digitare un indirizzo specifico per accedere ai contenuti “su misura” del proprio paese era un gesto naturale, quasi automatico.
Gli utenti italiani, in particolare, erano abituati a entrare nel motore di ricerca attraverso un portale familiare: quello con l’inconfondibile “.it” finale. Un’estensione che faceva sentire l’esperienza di navigazione un po’ più “nostra”, più vicina, più locale.
Ma tutto questo sta per cambiare. Nei prossimi mesi, digitare quell’indirizzo non servirà più: si verrà reindirizzati a una versione unificata, globale, del sito. È la fine di un’epoca per i portali nazionali dei motori di ricerca. Le versioni locali, come quella italiana, verranno ufficialmente dismesse, e con esse anche l’abitudine di navigare attraverso portali differenziati per paese.
Il cambiamento è frutto di una decisione strategica: semplificare. In un mondo digitale sempre più interconnesso, in cui gli algoritmi sono in grado di capire dove ci troviamo anche senza dirglielo esplicitamente, la necessità di mantenere portali separati per ogni nazione si è ridotta fino a scomparire. L’obiettivo è quello di offrire un’esperienza unica, uguale per tutti, ma al tempo stesso capace di adattarsi automaticamente alla posizione geografica dell’utente.
In realtà, questo passaggio era stato preparato già da anni. Le ricerche, da tempo, vengono filtrate e personalizzate non più in base all’indirizzo web che utilizziamo, ma alla nostra posizione reale, al nostro dispositivo, alle nostre abitudini. Un processo invisibile, che ora diventa ufficiale.
Chiusura dei domini nazionali
A fare questo passo è proprio il colosso della tecnologia di Mountain View. Google ha annunciato che i suoi domini nazionali, tra cui Google.it, saranno progressivamente chiusi. Tutti gli accessi saranno automaticamente reindirizzati verso Google.com, il dominio principale e universale.
Per l’utente medio, il cambiamento sarà quasi impercettibile. I risultati delle ricerche continueranno ad apparire in lingua italiana, legati al territorio, alle notizie locali, ai servizi più vicini. Le impostazioni personali resteranno memorizzate, e chi lo desidera potrà continuare a impostare la lingua preferita o filtrare i contenuti in base alle proprie esigenze.
Un vero mutamento culturale
Ma, dietro questa operazione apparentemente tecnica, si cela un mutamento culturale. Per anni abbiamo pensato al web come a un sistema di portali, finestre aperte su versioni diverse di una stessa realtà. Oggi quell’idea si dissolve, in favore di un’esperienza globale, standardizzata, gestita da un’unica “porta d’ingresso” digitale. Naturalmente, non mancano le riflessioni critiche. C’è chi teme che, con la scomparsa dei domini nazionali, si perda anche un pezzo di identità digitale locale.
Altri, invece, guardano con favore alla semplificazione, sottolineando come l’efficacia delle ricerche conti più del colore della homepage o del dominio visualizzato. Quel che è certo è che questa mossa segna la fine di una consuetudine. Non sarà più possibile cercare “all’italiana”, almeno non nel senso di un portale a sé. Ma le nostre abitudini di navigazione, probabilmente, continueranno senza scosse. Del resto, ciò che conta è sempre stato ciò che troviamo, non da dove iniziamo a cercare.