La finanza etica, o socialmente responsabile, è quella finanza che si fa strumento di una visione dello sviluppo orientata alla sostenibilità. Con la crescita dell’interesse per la finanza sostenibile si moltiplicano anche i prodotti finanziari sul mercato. Questi prodotti vengono valutati non solo in base al proprio rapporto rischio- rendimento, ma anche in base al loro impatto ambientale, sociale e infine segue una valutazione etica degli stessi.
Esaminiamo ora alcuni strumenti di finanza etica attualmente disponibili (Microcredito, Fondi Etici, Prestiti Partecipativi, Crownfounding)
Il Microcredito è uno strumento che permette l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione, in genere non bancabili. Nasce nei paesi in via di sviluppo ora conosciuto pure da noi. Per questo è stato istituito nel 2006 il Comitato nazionale italiano permanente per il Microcredito.
Poi vi sono i fondi etici, detti anche fondi socialmente responsabili. Cresciuti soprattutto negli anni 2000, anche in Italia oggi costituiscono lo strumento più diffuso di finanza etica. Sono fondi di investimento come gli altri, solo che il principio di base è l’origine etica di questi fondi e l’uso che poi ne viene fatto.
I prestiti partecipativi sono finanziamenti per la realizzazione di programmi innovativi e di sviluppo in favore di pmi che possono così disporre di fonti alternative al capitale di credito tradizionale. Possono essere bancari e non dove la renumerazione per l’investitore è sostanzialmente legata alla performance aziendale.
Il crowdfunding, infine, é un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica. La sottoscrizione avviene in genere via web attraverso delle piattaforme che favoriscono l’incontro tra il proponente e i finanziatori.