Il Fondo Impresa Donna è ai blocchi di partenza con la pubblicazione del relativo decreto in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre 2021. Si parte con una dotazioni iniziale di 40 milioni di euro prevista dalla Legge di Bilancio 2021 che lo ha istituito, a cui si aggiungeranno ulteriori 400 milioni di euro previsti dal PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Gli incentivi sono finalizzati sia alla nascita di nuove aziende che allo sviluppo e al consolidamento di quelle esistenti.
Partiamo dall’esame della misura a favore delle startup.
Per ciò che riguarda le nuove idee, rientrano in questa categorie i soggetti a prevalente partecipazione femminile, siano esse società che ditte individuali o lavoratrici autonome. La misura riguarda la costituzione e l’avvio di una nuova impresa femminile nell’ambito della produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione dei prodotti agricoli, della fornitura di servizi, del commercio e del turismo è possibile accedere a contributi a fondo perduto a copertura di una parte delle spese ammissibili.
Nello specifico, fino a 100.000 euro di investimento, al netto dell’eventuale IVA, tra l’80% e il 90% a fondo perduto e comunque non oltre 50.000 euro. Oltre i 100.000 euro e fino a 250.000 euro il fondo perduto è il 50%.
Possono rientrare nel programma di investimento:
• immobilizzazioni materiali e immateriali.
• servizi di assitenza funzionali ai processi portanti della gestione aziendale;
• costi per il personale dipendente;
• esigenze di capitale circolante nel limite del 20 per cento delle spese complessivamente ritenute ammissibili.
Per realizzare le iniziative si hanno a disposizione 24 mesi di tempo dalla data di concessione delle agevolazioni.
Alle beneficiarie spettano anche servizi di assistenza tecnico-gestionale per un valore massimo di 5.000 euro.
Alla misura, gestita da Invitalia, possono accedere anche persone fisiche. In caso di approvazione, entro 60 giorni, devono acquisire la formula giuridica prevista dal business plan oltre che la disponibilità dell’immobile in cui svolgere l’attività prevista.
Va ricordato anche che le agevolazioni previste dalla misura possono essere cumulate con altri aiuti di Stato, anche cd. de minimis (limite 200.000 euro), nei limiti previsti dalla disciplina europea in materia di Aiuti di Stato.
A breve è prevista l’effettivo inserimento della misura sul sito di Invitalia e, quindi, la relativa possibilità di presentare la documentazione necessaria.
Ricordiamo, infine, che il bando è a sportello, ovverosia non è prevista una scadenza, salvo esaurimento dei fondi dedicati.