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CI AVETE SEMPRE MENTITO | L’Olio EVO più buono al mondo NON è italiano, questi sono i marchi miracolosi: fai subito provviste

Olio oliva Olio oliva
L’olio d’oliva migliore al mondo non è necessariamente italiano – pexels – salernosera

Chi dice che l’olio di oliva italiano è in assoluto il migliore al mondo potrebbe non avere del tutto ragione. Esistono infatti degli olii EVO internazionali molto buoni.

La coltivazione delle olive utilizzate per la realizzazione di olio extravergine di oliva non è solo appannaggio del nostro Paese, infatti, come riporta anche la ricerca condotta dalla guida Flos Olei 2024 che ha selezionato i migliori olii extravergine d’oliva che provengono da tutto il mondo.

Flos Olei è una guida che è arrivata alla sua 13ª edizione ed ha raggiunto i 25 anni di pubblicazione, ed è considerata la più importante pubblicazione del settore a livello mondiale, che contiene le recensioni di circa 500 aziende d’eccellenza provenienti da 42 stati del mondo. Questo perché i cambiamenti climatici e la tecnologia hanno permesso a Paesi esteri di produrre un prodotto di altissima qualità come le olive, con le quali si realizza l’olio EVO.

La classifica delle 500 aziende inserite nella guida non è la sola graduatoria presente nella pubblicazione. Infatti le varie aziende, insieme ai loro olii extravergine di oliva, sono state classificate in diverse categorie che prevedono un punteggio di entrata che va da 80/100 in su. La categoria più alta è la Hall of Fame, seguita dalla categoria The Best, a sua volta seguita dagli Special Awards.

La categoria Hall of Fame vede trionfare 5 aziende italiane sulle 9 selezionate, anche se è una spagnola la vincitrice della categoria. Le aziende tricolori inserite nella Hall of Fame sono Azienda Agricola Comincioli (Lombardia), Frantoio Bonamini (Veneto), Frantoio Franci (Toscana), Azienda Agraria Viola (Umbria) e Americo Quattrociocchi (Lazio).

Hall of Fame, ecco chi ne fa parte

Oltre alle 5 aziende italiane, ci sono come detto altre aziende, tra cui tre aziende spagnole (una di esse è in cima alla classifica). Si tratta di Casas de Hualdo (Castilla-La Mancha), Castillo de Canena e Aceites Finca La Torre (Andalucía). Mate (Croazia) è l’azienda istriana che conquista a sua volta un posto nella prestigiosa classifica. «Storicizziamo il percorso della singola azienda negli anni, ci interessano quelle che facciano qualità alta e che abbiano un volume produttivo diversificato nel mondo. La Spagna resta la più produttiva, 3-4 volte più di noi, e non è vero a scapito della qualità, perché i grandi produttori riescono a ottenerla con gli oli prodotti da molini più piccoli», la descrizione in guida.

Tra le altre categorie c’è la classifica The Best, in cui le aziende annoverate sono legate a chi fa mono, blend, denocciolati, biologico, biodinamico, dop, denocciolato, e ancora metodo di estrazione, se fruttato leggero, medio, intenso. «Ormai ci sono molti meno segreti sull’olio, l’Italia non è l’unico interprete, oggi ci sono tantissime produzioni in giro anche grazie alle varietà italiane che hanno fatto diaspora all’estero». Il nostro Paese rappresenta ancora il 50-60% della proposta internazionale ma la Spagna vince in termini di volume.

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Il clima attuale consente la coltivazione delle olive in tutto il mondo – pexels – salernosera

La conservazione dell’olio EVO

Una delle domande più frequenti a proposito dell’olio di oliva è relativa alla sua conservazione. Infatti non è mai stato chiaro quanto tempo sia possibile conservarlo e se abbia o meno una data di scadenza. Secondo il critico enogastronomico Marco Oreggia «ka guida FLOS OLEI funziona su un progetto che comprende due emisferi, quello nord e quello a sud del mondo, quindi con due tempistiche di assaggio diversificate, perché ci sono 4-6 mesi di distanza. Degustazione da marzo fino a maggio per l’emisfero nord e da aprile e maggio fino a luglio per l’emisfero sud del mondo», spiega.

«Certo, poi l’olio, per legge, ha una sua conservabilità e scadenza 18 mesi, ma tutto legato alla qualità della raccolta e gestione/lavorazione delle olive, quindi sarebbero 12 mesi come consiglio generale», chiosa il giornalista.