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É stato ritrovato un altro VULCANO nei pressi di Napoli | É ancora attivo ed è pronto a fare strage, si salvi chi può

Vesuvio
Una veduta notturna del Vesuvio – pexels – salernosera

Nel cuore della Campania, due vulcani rappresentano una costante sfida per la sicurezza e la resilienza del territorio dell’intera regione.

Entrambi attivi, ma con caratteristiche e storie differenti, sono oggetto di monitoraggio continuo da parte delle autorità scientifiche e della Protezione Civile.​

Il Vesuvio, noto per l’eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei ed Ercolano, è l’unico vulcano attivo dell’Europa continentale. La sua ultima eruzione risale al 1944; da allora, il vulcano è in stato di quiescenza, caratterizzato da attività fumarolica e bassa sismicità. Non si registrano fenomeni precursori indicativi di una possibile ripresa a breve termine dell’attività eruttiva. ​

Situato in una zona densamente popolata, il Vesuvio è sorvegliato 24 ore su 24 dalla rete di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). La sua storia eruttiva è documentata fin dal Pliocene, con numerose eruzioni in epoca storica. ​

A ovest di Napoli si estende la caldera dei Campi Flegrei, una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta “caldera”, cioè un’area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive del passato. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli. ​

La storia dei Campi Flegrei

La storia eruttiva dei Campi Flegrei è stata caratterizzata da almeno due eventi di grande magnitudo che hanno generato una caldera ampia circa 200 km²: l’eruzione dell’Ignimbrite Campana, avvenuta circa 40.000 anni fa, e l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, avvenuta 15.000 anni fa. ​L’ultima eruzione risale al 1538, quando si formò il cono di Monte Nuovo. Da allora, la caldera è quiescente, ma mostra segnali di attività quali sismicità, fumarole e deformazioni del suolo.

In particolare, è caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, che consiste in fasi di lento abbassamento del suolo, alternate a fasi di sollevamento più rapido. Il sollevamento può essere accompagnato da attività sismica con eventi che generalmente non raggiungono magnitudo elevate, ma che, essendo molto superficiali, si avvertono facilmente e possono causare danni a infrastrutture ed edifici. ​Dal 2012, il protrarsi delle variazioni di alcuni parametri geofisici e geochimici monitorati dalle reti dell’INGV-Osservatorio Vesuviano ha reso opportuno innalzare l’allerta al livello giallo e attivare la fase operativa di attenzione. ​

Campi Flegrei
Una veduta dei Campi Flegrei – pexels – salernosera

Convivere con i vulcani

La presenza di questi due vulcani attivi in una regione densamente popolata impone una costante attenzione e preparazione. Le autorità italiane, attraverso la Protezione Civile e l’INGV, mantengono un monitoraggio continuo e aggiornano i piani di emergenza per garantire la sicurezza della popolazione.​

La consapevolezza del rischio e la diffusione di una cultura della prevenzione sono fondamentali per convivere con questi giganti silenziosi, la cui storia e potenza continuano a influenzare la vita e il paesaggio della Campania.