È apparso come per magia STONEHENGE a Salerno | Identico a quello britannico, ci sono grotte e impronte preistoriche

Stonehenge, situato nella suggestiva piana di Salisbury nel sud dell’Inghilterra, è uno dei simboli più enigmatici e affascinanti dell’archeologia mondiale.
Composto da massicci blocchi di pietra disposti in cerchi concentrici, questo monumento preistorico risale a un periodo compreso tra il 3100 a.C. e il 1600 a.C. Ancora oggi, gli studiosi dibattono sulla funzione originaria di questo luogo: osservatorio astronomico, centro cerimoniale, santuario spirituale o addirittura luogo di guarigione.
Quel che è certo è che la sua costruzione richiese un’organizzazione sociale avanzata, con comunità capaci di trasportare enormi massi per centinaia di chilometri, alcuni provenienti addirittura dal Galles.
Stonehenge affascina anche per il suo allineamento con i solstizi, segno evidente che i suoi costruttori avevano una profonda conoscenza dei cicli celesti.
Secondo recenti studi, potrebbe aver rappresentato un punto di incontro tra diverse comunità agricole, un simbolo di unione durante un periodo di grandi trasformazioni sociali e culturali nell’Inghilterra neolitica.
La piccola Stonehenge in Italia
Eppure, migliaia di chilometri più a sud, nel cuore del Cilento in provincia di Salerno, esiste un piccolo borgo che, in silenzio e con discrezione, custodisce testimonianze preistoriche non meno affascinanti: Caselle in Pittari. Poco conosciuto al grande pubblico, questo paese si rivela una miniera di storia e spiritualità. Tra i suoi gioielli più misteriosi, spicca la Grotta di San Michele, un sito che conserva tracce di presenza umana sin dalla preistoria.
La grotta, incastonata nelle pendici del Monte San Michele, fa parte di un complesso carsico che affascina per la sua bellezza naturale ma anche per la sua valenza simbolica. Utilizzata come eremo dai monaci basiliani nell’Alto Medioevo, essa affonda le sue radici in tempi ben più remoti. Nelle vicinanze, infatti, sono stati rinvenuti manufatti e strutture megalitiche che lasciano intuire l’esistenza di antichi insediamenti umani, dotati di conoscenze architettoniche e spirituali.
Un rituale per due
Le somiglianze con Stonehenge non si fermano alla semplice presenza di pietre antiche. Anche a Caselle in Pittari, infatti, la collocazione dei megaliti e della grotta suggerisce un possibile uso rituale, forse legato a culti solari o di passaggio tra la vita e la morte. La posizione sopraelevata, la difficoltà d’accesso e il contesto naturale che circonda il sito ricordano l’aura sacrale e misteriosa dei più celebri monumenti megalitici europei.
A livello simbolico, entrambi i luoghi sembrano riflettere la medesima esigenza dell’uomo antico: dare un senso al proprio rapporto con l’universo, con il tempo e con ciò che è invisibile. Anche se separati da millenni e da una diversa cornice culturale, Stonehenge e Caselle in Pittari sembrano parlarsi da lontano, uniti da una lingua fatta di pietra, natura e spirito.