Riemerso un VULCANO “segreto” nel cuore della Campania | Dopo Vesuvio e Campi Flegrei, questo allarma proprio tutti
La Campania è una terra affascinante e complessa, dove la bellezza dei paesaggi convive con una natura profondamente viva e, talvolta, imprevedibile.
In questa regione, infatti, si concentrano alcuni dei vulcani più studiati e osservati d’Europa: il Vesuvio, i Campi Flegrei e, più in sordina ma non meno significativi, i crateri vulcanici dell’isola di Ischia.
Il Vesuvio, noto in tutto il mondo, è oggi classificato come un vulcano quiescente: ciò significa che non è attualmente in eruzione, ma che mantiene un potenziale di attività, tenuto sotto costante monitoraggio dagli esperti. La sua imponenza domina il Golfo di Napoli, silenzioso ma tutt’altro che spento.
Accanto a lui, si estende l’area dei Campi Flegrei, un sistema vulcanico molto più vasto e complesso. A differenza del Vesuvio, l’attività predominante nei Campi Flegrei non si manifesta con eruzioni esplosive, ma attraverso fenomeni di bradisismo, ovvero un lento sollevamento o abbassamento del suolo, causato dal movimento di magma nel sottosuolo.
Queste due aree, profondamente legate alla storia e alla geologia della regione, hanno segnato il destino di intere civiltà. L’eruzione del 79 d.C. del Vesuvio è forse l’evento vulcanico più celebre della storia antica. In poche ore, Pompei, Ercolano e Stabiae furono sepolte sotto una pioggia di cenere e lapilli, congelando nel tempo scene di vita quotidiana che ancora oggi emozionano milioni di visitatori. L’evento fu documentato da Plinio il Giovane, testimone diretto, che scrisse due lettere dettagliate all’amico Tacito: da lì il nome di “eruzione pliniana”, che oggi identifica questo tipo di attività vulcanica estremamente violenta.
Campi Flegrei: il bradisismo si è intensificato
Se la storia antica ci racconta tragedie lontane, l’attualità riporta l’attenzione sui Campi Flegrei. Negli ultimi anni, in particolare nel 2023 e 2024, la zona di Pozzuoli ha registrato un’intensificazione dello sciame sismico legato al bradisismo.
Scosse anche superiori a magnitudo 4 hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza e sul monitoraggio di questa vasta caldera, che include al suo interno quartieri densamente popolati. Il rischio di un’eruzione non è considerato imminente, ma l’aumento della pressione sotterranea e la deformazione del suolo sono segnali che impongono prudenza e attenzione.
L’identità geologica di Ischia
Infine, non si può dimenticare l’isola di Ischia, meta turistica d’eccellenza, ma anche luogo dalla forte identità geologica. Anche qui, sotto la superficie delle acque termali e dei paesaggi lussureggianti, si cela una storia vulcanica. Il Monte Epomeo, che domina l’isola, è il risultato di un antico sollevamento vulcanico. Sebbene le attività siano ormai ridotte, Ischia ha conosciuto nel passato eruzioni e terremoti, come quello del 1883 a Casamicciola, che causò gravi distruzioni e centinaia di vittime.
In Campania, dunque, il rapporto con i vulcani è una convivenza continua, fatta di memoria, prevenzione e rispetto. Una sfida che affonda le radici nella storia e si rinnova ogni giorno grazie alla scienza e alla consapevolezza del territorio.