Ci rubano 472 euro l’anno e nessuno fa nulla | Famiglie italiane disperate, a Maggio sorci verdi per tutti

Nel corso del 2025, l’Italia sembra aver finalmente raggiunto una certa stabilità sul fronte dell’inflazione
Dopo un periodo caratterizzato da forti oscillazioni e incertezze legate alla pandemia, alla crisi energetica e alle tensioni geopolitiche internazionali. I dati più recenti parlano chiaro: l’inflazione si mantiene su livelli moderati, restituendo un po’ di respiro alle famiglie e alle imprese.
Secondo le stime della Banca d’Italia, il tasso d’inflazione per l’anno in corso dovrebbe attestarsi intorno all’1,6%, per poi calare lievemente all’1,5% nel 2026. Tuttavia, già dal 2027 si prevede una possibile risalita verso il 2%, il livello obiettivo considerato ideale dalla Banca Centrale Europea per garantire stabilità dei prezzi e crescita sostenibile. Questi numeri indicano una fase di consolidamento dopo gli sbalzi a doppia cifra registrati tra il 2021 e il 2023.
A confermare questo andamento più contenuto è anche l’ISTAT, che ha recentemente pubblicato i dati relativi al mese di marzo 2025: l’indice nazionale dei prezzi al consumo (NIC) ha registrato un aumento dell’1,9% su base annua, in lieve crescita rispetto all’1,6% di febbraio.
A pesare su questo incremento sono stati soprattutto i beni energetici regolamentati, i cui prezzi sono saliti del 31,4%, mentre la flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati si è attenuata (da -3,0% a -1,9%). Nonostante ciò, l’inflazione di fondo – ovvero quella che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari freschi – si è mantenuta stabile all’1,7%.
PIL in aumento
Dal punto di vista della crescita economica, la Banca d’Italia prevede per il 2025 un aumento del PIL dello 0,6%, una stima leggermente inferiore rispetto a quanto ipotizzato in precedenza. Tra le cause principali di questa revisione al ribasso figurano l’inasprimento delle politiche commerciali globali e il conseguente rallentamento della domanda estera, oltre a una certa cautela negli investimenti da parte delle imprese.
Nonostante il contesto economico prudente, il livello contenuto dell’inflazione è comunque un segnale positivo per molte famiglie italiane. Prezzi più stabili significano un potere d’acquisto relativamente più sicuro, e la possibilità di pianificare le spese con maggiore serenità. Anche sul fronte finanziario, un’inflazione moderata riduce la necessità di alzare i tassi d’interesse in modo aggressivo, facilitando così l’accesso al credito sia per i privati sia per le imprese.
Incognite, non mancano mai
Tuttavia, non mancano le incognite. I prezzi dell’energia restano un fattore critico e molto volatile, e ogni scossone geopolitico o tensione nei mercati internazionali potrebbe innescare nuove impennate. La dipendenza energetica e la transizione verso fonti più sostenibili rappresentano quindi sfide chiave da affrontare con tempestività e visione strategica.
In conclusione, il 2025 sembra destinato a essere un anno di stabilità inflazionistica, che potrebbe offrire terreno fertile per una ripresa graduale. Ma sarà essenziale mantenere alta l’attenzione su quei fattori – interni ed esterni – che potrebbero nuovamente turbare l’equilibrio raggiunto. La parola d’ordine, oggi più che mai, è prudenza.