Grazie a voi quell’aula per me non aveva più pareti ma alberi, anzi, aveva i sogni e le speranze di voi ragazze e ragazze del liceo scientifico “Genoino” di Cava de’ Tirreni, mentre scorreva il racconto di un vecchio ragazzo come me che nei vostri occhi si è rivisto a quell’età nella quale più o meno a ragione ci si sente padroni del mondo. È stato infatti denso di questo e di tanto altro l’incontro sul giornalismo sportivo nella grande ed elegante aula del liceo cavese per il corso “Professione Narratori”; e gli amici e colleghi, amici prima che colleghi, Alfonsina Caputano e Davide Speranza che mi hanno coinvolto, non sapevano, né immaginavano che più che un invito mi stavano regalando il biglietto per un fantastico viaggio tra passato, presente e futuro.
La comprensibile soggezione e la lecita timidezza di quei giovanotti e quelle giovanotte imbozzolati nei giubbotti non hanno nascosto l’energia vitale e la grande curiosità che esondava dai loro occhi, messi paradossalmente ancora più in evidenza e resi luminosi e incandescenti dalle mascherine che ne coprivano parte dei volti. È in quegli occhi che ho ritrovato e rivisto il me stesso ragazzotto, quello che cercava gli attrezzi giusti per farsi largo nella giungla della vita, che aspettava di capire quale fosse la sua chiamata, quella giusta, quando si sarebbe accesa la luce, chi e cosa gli avrebbero indicato la strada, per dove e come si sarebbe incamminato.
Ho tentato di raccontarvi la mia esperienza, ho aperto e condiviso il mio piccolo bagaglio di viaggio, ho cercato di accendere in voi il fuoco che in realtà è già bello vivo e vispo: ho provato e non so se ci sono riuscito. Quel che di sicuro è riuscito lo avete realizzato voi: le domande, le puntualizzazioni, qualche ritrosia, gli sguardi attenti, gli occhi accesi: tutto lo scambio che c’è stato tra me e voi, insomma, al di là e oltre il tema specifico ha colorato e riscaldato un pomeriggio trascorso insieme, quasi come tra vecchi amici, se mi passate il concetto. E ha sicuramente colorato e riscaldato me, regalandomi davvero una gran bella esperienza lì in quell’aula che grazie a voi per qualche ora davvero non ha avuto pareti ed è diventata ancora più grande e spaziosa.
Non dilapidate i vostri tesori fatti di entusiasmo e curiosità, apertura mentale e tolleranza, speranze e progetti. Non avete ancora alle spalle un passato pesante che vi pressa e dunque approfittate di questo per coltivare il presente: aratelo, seminatelo, innaffiatelo, curatelo e poi preparatevi a raccoglierne il frutto che si è sempre chiamato e sempre si chiamerà futuro e sempre arriverà viaggiando sulle vostre spalle.