Arrestato un cancelliere del Tribunale di Nocera Inferiore.
Questa mattina i Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal gip presso il Tribunale su richiesta della Procura di Nocera Inferiore nei confronti dell’assistente giudiziario A.S., impiegato presso la Cancelleria delle Esecuzioni Civili del Tribunale di Nocera Inferiore.
Il provvedimento fa seguito all’arresto in flagranza per il reato di concussione per induzione, eseguito nel mese di febbraio dello scorso anno, del trentenne G.D.M. di Baronissi, colto nell’atto di ricevere indebitamente la somma di 2mila euro da un imprenditore edile, quale sesta tranche di un importo complessivo preteso di circa 20mila euro. Nella stessa circostanza fu sottoposto a misura cautelare personale, per lo stesso reato commesso in concorso e con lo stesso soggetto, dell’avvocato R.C. e dell’ingegnere C.S., sottoposti uno a misura interdittiva e il secondo ai domiciliari per sei mesi: entrambi furono ritenuti reali destinatari della illecita dazione da ricondursi a fatti concussori commessi da loro ai danni di un imprenditore esecutato, al quale era stata avanzata richiesta di somme di denaro per il compimento di atti connessi con le loro funzioni di custode giudiziario e consulente tecnico d’ufficio, nominati dal Tribunale di Nocera Inferiore per procedure esecutive immobiliari.
I fatti oggetto delle imputazioni hanno trovato riscontri probatori in accertamenti successivamente eseguiti dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, nel corso di indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica.
Sulla base dell’ipotesi accusatoria originaria, è stato disvelato il ruolo cardine svolto – in questa e in altre vicende – dell’assistente giudiziario oggi sottoposto a misura cautelare.
Il cancelliere, indicato come “corsia preferenziale” o “punto di riferimento all’interno del Tribunale”, si è rivelato pienamente disposto ad asservire la propria funzione pubblica a fronte di utilità economiche richieste sulla base della millantata promessa di condizionare le scelte del Giudice dell’Esecuzione.
In particolare, tale illecita mediazione si è tradotta nel cercare di pilotare le assegnazioni di procedure esecutive, nel sottrarre plurimi fascicoli alla Cancelleria delle Esecuzioni Civili del Tribunale di Nocera Inferiore, assicurandosi che il Giudice delle Esecuzioni non se ne accorgesse, nel sottrarre cospicue somme di denaro dai libretti delle procedure esecutive e nel compiere ltri quattro fatti concussori nei confronti di soggetti dimoranti negli immobili dell’ex Iacp Futura.
Gli indagati, nell’approfittare della posizione ricoperta nell’ambito delle procedure (in una chat denominata “Tribù” si scambiavano molti messaggi) hanno esercitato pressioni sui malcapitati debitori di turno, prospettando la possibilità di un miglioramento delle loro posizioni in cambio di pagamento delle somme di denaro.
L’assistente giudiziario, stando alle risultanze investigative, si sarebbe prestato a negare la visione dei fascicoli di pertinenza di soggetti pignorati allo scopo di indurre questi a sostituire il legale di fiducia con professionisti organici al sistema.
L’assistente giudiziario e l’avvocato, inoltre, si sono resi responsabili di indebita sottrazione di tre fascicoli e delle distruzione – documentata anche con un selfie inviato tramite WhatsApp – di atti giudiziari e documenti originali, in quanto preoccupati della volontà espressa dal Giudice dell’Esecuzione di esaminarne il contenuto.
Nel contesto investigativo è risultata pienamente coinvolta anche la figura del consulente tecnico d’ufficio che ha ammesso in sede di interrogatorio gli addebiti contestatigli riferendo, tra l’altro, di aver artatamente modificato il reale valore di unità immobiliari sovrastimandolo, in modo da liberare beni dal pignoramento e porre in condizione l’imprenditore concusso di disporre, a seguito di vendita degli stessi, della somma necessaria per adempiere all’illecita dazione.
Il gip, ritenendo provati i fatti, ha ritenuto idonea l’applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione di un anno dall’esercizio del pubblico ufficio per l’assistente giudiziario. Per il custode giudiziario – di professione navvocato – non è stat disposta l’applicazione della misura cautelare personale richiesta dalla Procura in considerazione dei sei mesi di domiciliari già scontati in relazione al primo degli episodi accertati e dell’attuale obbligo di dimora cui è sottoposto e della cancellazione dall’albo dei custodi giudiziari.
Disposto il sequestro preventivo nei confronti dell’assistente e del custode fiudiziario della somma di 36 mila euro.