Modello austriaco per il nuovo governo regionale dell’Andalusia. Questa la possibile soluzione del rebus andaluso – con i popolari alleati della destra nazionalista e sovranista – all’indomani del test elettorale che ha visto il tracollo dei socialisti spagnoli in una regione governata ininterrottamente da 36 anni e, parallelamente, l’affermazione dei sovranisti di Vox, formazione indicata alla vigilia come in grado di conquistare un paio di seggi nell’assemblea regionale e che, invece, avrà ben dodici rappresentanti nel parlamento andaluso. Perdono, invece, 14 seggi i socialisti del Psoe, passati dal 35,43% del 2015 al 27,97%, numeri che pur sommati ai 17 seggi ottenuti da Adelante Andalusia (formazione nata dall’unione di Podemos e Iu) non consentono di raggiungere quota 55, ovvero la maggioranza necessaria a governare la regione. In calo, seppur più contenuto, anche i popolari, passati dal 26,76% al 20,75% con 26 seggi. Vincitori della tornata elettorale andalusa sono, senza dubbio, i moderati di Ciudadanos, cha raddoppiano i loro consensi – passando dal 9,28 al 18,26% – e conquistando 21 seggi, ed i sovranisti di Vox che, con il 10,96% dei voti, eleggono dodici rappresentanti.
Popolari, Ciudadanos e Vox possono contare insieme su 59 seggi, dunque sulla maggioranza assoluta in assemblea regionale. Potrebbe essere questa inedita coalizione a governare l’Andalusia nei prossimi anni. Del resto nel corso della campagna elettorale non c’è stata alcuna chiusura pregiudiziale da parte dei tre partiti interessati verso una soluzione di questo tipo. Il test elettorale di domenica, dunque, indica anche in Spagna un andamento in linea con il resto d’Europa, un segnale politico che va ben oltre i confini andalusi.
L’eco più pesante è stato udito, senza dubbio, a Madrid. Il governo del socialista Pedro Sanchez, privo di una sua stabile maggioranza, esce ulteriormente indebolito dal test elettorale di ieri: il primo appuntamento con le urne si è trasformato, infatti, in una disfatta per il Psoe. E l’ipotesi di elezioni anticipate non appare più così improbabile, anche se deve fare i conti con un vero e proprio affollamento di test elettorali nei prossimi mesi in Spagna. Chi evoca senza esitazioni il ritorno alle urne è il segretario del Partito Popolare Pablo Casado: “Pedro Sanchez convochi le elezioni e consideri il responso delle urne come un rifiuto della sua politica settaria e irresponsabile”. Per Santiago Abascal, leader di Vox, il voto andaluso “indica la strada a tutti gli spagnoli, perché gli andalusi hanno fatto la storia come tante altre volte è accaduto nel corso del tempo”. Per Abascal Vox è “uno strumento al servizio della Spagna”.