Una colata di cemento rischia di riversarsi – in qualche caso sta già accadendo – sulla città di Salerno. Meglio, su quelle poche aree ancora libere o occupate da ruderi o stabilimenti industriali ormai in stato di abbandono. E’ questa la denuncia del consigliere Gianpaolo Lambiase, attento ad individuare sul territorio cittadino alcuni casi limite tra quelli che rientrano nel discusso “Piano Casa”, la legge regionale adottata nel 2009.
Sono circa 400 – denuncia Lambiase – le nuove abitazioni realizzate a Salerno, “fuori da ogni previsione del Piano Urbanistico Comunale”. Costruzioni realizzate prevalentemente in aree già densamente abitate, congestionate e, spesso, prive di servizi primari e con reti fognarie inadeguate. “Quattrocento alloggi – dice Lambiase – prodotti non per comprovate esigenze abitative, ma per puro investimento finanziario. Un investimento che diventa ancor più remunerativo, perché avviene su “aree abbandonate”, che possono essere acquistate con ridotte risorse monetarie”.
Il caso della ex Ladir a Fratte è un esempio di quanto sta accadendo nella città di Salerno.
La ex Ladir – fabbrica che fino ad una decina di anni fa produceva arredi metallici – è il simbolo della cementificazione selvaggia che si sta abbattendo sulle poche aree libere esistenti in città. Questa la denuncia di Gianpaolo Lambiase, consigliere comunale di “Salerno di tutti”. Un caso simbolo perché l’area della ex Ladir si trova a poche centinaia di metri dalle Fonderie Pisano, stabilimento al centro da anni di un’aspra battaglia che vede il comitato “Salute e Vita” battersi in difesa della salute dei cittadini, minacciata dalla presenza di un impianto siderurgico in un’area densamente popolata.