Marco Damilano lascia la direzione dell’Espresso, lo storico settimanale che, secondo voci provenienti dal mercato finanziario, potrebbe essere rilevato dalla Bfc Media, gruppo editoriale che fa capo al neo patron della Salernitana, Danilo Iervolino. “Questa mattina ho scritto una mail all’ingegnere John Elkann, presidente del gruppo Gedi, per comunicare la mia decisione di lasciare la direzione dell’Espresso, dopo quattro anni e mezzo”, scrive nell’editoriale pubblicato sul sito dell”Espresso Damilano, annunciando così le sue dimissioni da direttore dopo “avere appreso della decisione di vendere L’Espresso da un tweet di un giornalista, due giorni fa, mercoledì pomeriggio” (lo stesso giorno in cui si è diffusa la voce di un’offerta del gruppo Iervolino, ndr). Damilano ricorda di avere “cercato sempre di fermare una decisione che ritengo scellerata. Mi sono battuto in ogni modo, fino all’ultimo giorno, all’ultima ora. Ma quando il tempo è scaduto e lo spettacolo si è fatto insostenibile, c’è bisogno che qualcuno faccia un gesto, pagando anche in prima persona. Lo faccio io. Lo devo al mestiere che amo, il giornalismo. E soprattutto lo devo alla mia coscienza”.

(Foto Giuseppe Cuozzo)
Sulle voci di vendita della testata Damilano scrive che sono stati “mesi di stillicidio continuo, di notizie non smentite, di voci che sono circolate indisturbate e che hanno provocato un grave danno alla testata. Non mi sono mai nascosto le difficoltà. Ho più volte offerto la mia disponibilità in prima persona a trovare una soluzione per L’Espresso, anche esterna al gruppo Gedi, che offrisse la garanzia che questo patrimonio non fosse disperso. Ma le trattative sono proseguite senza condivisione di un percorso, fino ad arrivare a oggi, alla violazione del più elementare obbligo di lealtà e di fiducia. La cessione dell’Espresso, in questo modo e in questo momento, rappresenta un grave indebolimento del primo gruppo editoriale italiano. È una decisione – conclude – che recide la radice da cui è cresciuto l’intero albero e che mette a rischio la tenuta dell’intero gruppo”.