Il Covid dilaga, serve più tutela per la salute dei detenuti nel carcere di Salerno. Lo chiedono i detenuti della casa circondariale di Fuorni in una lettera firmata e consegnata a Donato Salzano dell’associazione radicale “Maurizio Provenza” di Salerno, rappresentata da Donato Salzano, che ha deciso di farsi portavoce della loro protesta.
Numerosi i problemi evidenziati da parte dei carcerati: in primis c’è la totale mancanza di posti di isolamento per coloro che risultino positivi al Covid, l’errata applicazione delle misure di prevenzione sanitaria del Coronavirus, attese troppo lunghe per sottoporsi a un tampone e la mancanza di personale qualificato per affrontare la pandemia. A denunciare la situazione anche le compagne e le mogli dei detenuti che hanno denunciato il veloce diffondersi del contagio nelle stanze di detenzione.
Al momento ci sono poco meno di trenta contagi legati al Covid-19 nella struttura salernitana: 7 casi tra i detenuti e ventuno tra gli agenti di Polizia penitenziaria.
La situazione sanitaria difficile in cui versa al momento il carcere di Fuorni – non solo legata all’emergenza pandemica tuttora in corso – è stata evidenziata ieri anche dal garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, che ieri – accompagnato dalla direttrice del carcere Rita Romano – è stato in visita presso la struttura salernitana.
«Anche a Fuorni ci sono problemi di sovraffollamento, di malasanità, di ritardi della magistratura di sorveglianza e celle fatiscenti – ha detto Ciambriello al termine della visita. I temi sono stati posti al centro sia di una lettera che mi hanno inviato i detenuti che della protesta effettuata nella mattinata odierna (ieri, nda). Incontrando i detenuti nei vari reparti – ha continuato il garante – ho potuto riscontare e raccogliere queste criticità. Incredibilmente, dopo aver effettuato il tampone l’esito sia della positività che negatività al covid-19 viene comunicato, in qualche caso, da alcuni dei loro familiari, prima che dalla stessa direzione sanitaria dell’istituto».
Ciambriello ha trascorso l’intera mattinata a girare nei singoli reparti dell’istituto, accompagnato dalla direttrice Rita Romano e dalla comandante Grazia Salerno. Il garante regionale dei detenuti ha potuto ascoltare le testimonianze, le lamentele, e le ragioni delle proteste fatte dei detenuti rappresentate della sezione 3A e 3B da una delegazione dell’alta sicurezza e delle donne.
«Nei singoli reparti – spiega Ciambriello – non c’è uno spazio sanitario, tutto fa riferimento ad un’unità centrale. Ho visto diversi detenuti malati, anche malati oncologici o con malattie post operatorie, che stanno nelle celle normali insieme agli altri detenuti. Mi auguro che al più presto anche questo carcere si doti di un servizio di assistenza integrata, un reparto di infermeria perché il diritto alla salute, alla dignità del detenuto alla vita è fondamentale come la certezza della pena» – ha spiegato Ciambriello.
«In istituto – ha aggiunto il garante dei detenuti – si contano 413 uomini, di cui 70 dell’alta sicurezza, 34 donne, 17 semiliberi che sono in licenza straordinaria nelle rispettive abitazioni, nonché la presenza di 7 detenuti ristretti nell’articolazione psichiatra. Diversi i positivi al Covid: 7 detenuti e 21 agenti di polizia penitenziaria» – ha concluso così Samuele Ciambriello.
(Dal Quotidiano del Sud di Salerno in edicola oggi)