Quello che stiamo per raccontarvi ha un qualcosa di veramente clamoroso, allucinante ed incredibile: una disavventura che vede coinvolti un geometra, la sua famiglia (moglie e figlia) e la nipotina di appena quattro mesi. I quattro per un obbligato viaggio in treno, per raggiungere Chiasso, scelgono la compagnia Italo.
La famiglia Montefusco procede, il 27 dicembre scorso, all’acquisto dei biglietti per quella partenza dello scorso 12 gennaio, alle 06.02, da Napoli Centrale, per arrivare a Milano centrale per poi proseguire sino a Chiasso. Puntuali come un orologio svizzero i quattro, dunque, salgono sul convoglio che dovrà poi trasportarli nella capitale lombarda con arrivo alle 10.45 …

«Ora, prima di partire – apre Montefusco – ci informiamo sul sito ufficiale della compagnia di Italo Treno cosa occorresse per poter viaggiare in sicurezza, ovviamente a causa del Covid 19. Guardando con attenzione sul web di Italo, notiamo che sarebbe stato necessario avere il Green Pass o (in alternativa) il tampone antigenico o molecolare negativo. La sera prima della partenza, quindi, ci siamo recati a sottoporci alla pratica del tampone antigenico che ha la durata di 48 ore. Risultiamo negativi. Il mattino successivo, dunque, arriviamo alla stazione di Napoli ed indisturbati, saliamo sul treno, occupando i posti assegnatici ma senza che nessuno venisse a chiederci né documenti e nemmeno se eravamo vaccinati, non ci chiedono praticamente nulla! Il treno parte e proseguiamo per Roma, poco prima di arrivare alla capitale, sopraggiunge una donna, nella qualità di controllore, sostenendo che il tampone non era più sufficiente per potere continuare il viaggio, era necessario avere il Green Pass. A questo punto mia figlia le fa notare che sul loro portale si sosteneva l’esatto contrario e che il tampone negativo sarebbe stato necessario per potere continuare il viaggio. La donna controllore ha insistito sostenendo che avrebbe dovuto allertare la Polizia ferroviaria della stazione di Roma. Giunti nella stazione ferroviaria della capitale, vedo sopraggiungere dei poliziotti della Polfer. Questi hanno dapprima discusso con il controllore, cercando di trovare una soluzione ma d’improvviso si vede giungere il comandante della Polizia ferroviaria. Questi, con un atteggiamento aggressivo e minatorio, ordina di prendere i nostri bagagli e le valige, facendole scaraventare sul marciapiede della stazione. Io, d’istinto, ho seguito i bagagli e vedendo mia moglie e mia figlia in palese difficoltà, con una bimba di quattro mesi avrei voluto risalire per dare loro una mano. I poliziotti mi hanno impedito letteralmente di farlo anche quando ho mostrato loro il mio Green Pass e quindi le mie le carte in regola per poter risalire sul vagone. Nulla da fare … mi hanno letteralmente bloccato impedendomi di risalire. Appena un attimo dopo ci hanno fatto scendere in malo modo … tra l’altro mia moglie ha problemi di circolazione e non riesce a camminare molto bene. I poliziotti hanno, poi, prelevato mia figlia e l’hanno condotta negli uffici della Polizia ferroviaria. In quella sede la mia ragazzina è stata trattata come fosse stata una terrorista. Gli agenti si sono mostrati senza alcuna umanità e tra una minaccia e l’altra, condita da metodi squadristi hanno stilato un verbale, comminando quattrocento euro di multa nei confronti di mia figlia. Non capisco a questo punto perché non abbiano sanzionato anche mia moglie. Alle sette di mattina, poi, hanno aperto l’ufficio ed hanno cacciato via i miei familiari e mia figlia con una bimba di appena quattro mesi. Fuori la stazione, alle sette di mattina, con un freddo da far battere i denti e senza avere alcuna pietà per quella bimba che era una neonata! Abbiamo chiesto cosa fare ed il comandante ci ha freddamente risposto “adesso sono fatti vostri e noi non vogliamo sapere niente”. Siamo stati lì fuori circa due ore per vedere come poter trovare una soluzione».
La cosa che si chiede Gennaro Montefusco è perché il personale ed i dipendenti di Italo abbiano permesso loro di viaggiare da Napoli a Roma. «Se ci avessero fermati a Napoli, ponendo lì la questione, non sarebbe accaduto nulla! Avremmo ripreso l’auto e saremmo ritornati a Pagani».
Ma c’è un fattore che gioca ancora a sfavore della compagnia Italo Treno: il loro sito web non era stato aggiornato, quello che sosteneva il controllore non era stato riportato sul loro portale ed in più avrebbero dovuto/potuto comunicare (nell’inviare i biglietti acquistati alla fine di dicembre) a chi aveva già prenotato, le eventuali nuove regole anti Covid per potere viaggiare. Queste son cose che non ti puoi inventare all’improvviso, il sito deve essere sempre aggiornato e l’informazione a tutela del cittadino che viaggia deve essere garantita. Certe distrazioni non sono ammesse perché se è così, se esiste la distrazione, non si può contestare nulla a nessuno. Sul portale di Italo, infatti, si sosteneva che, per viaggiare in sicurezza, sarebbe bastato un tampone antigenico o molecolare negativi. Oltre che il Green Pass in primis.
Alla fine il Montefusco per potere arrivare a Milano e poi a Chiasso, perché a Chiasso doveva andarci per forza, ha dovuto prendere un taxi ed arrivare nella città svizzera pagando la bellezza di milleduecento euro.
Come potete notare le disavventure non mancano nemmeno sui convogli rossi di Italo e nemmeno se devi far fronte ai comportamenti degli agenti della Polizia ferroviaria che, sebbene indossino una divisa, in questo caso hanno approfittato di gente perbene utilizzando metodi che di certo poco hanno a che fare con la gentilezza.
Un caso davvero da denuncia.
(Dal Quotidiano del Sud di Salerno di oggi)