Avevamo lasciato Denis Carbone, in un’afosa sera d’estate, perso lungo le strade del litorale domizio. “Era la sua terra, la sua casa. Eppure lui in quel momento non sapeva dove andare”. Si chiudeva di notte – in bocca il sapore di fumo dell’ennesima Rothmans e il bruciore del Macallan bevuto direttamente dalla bottiglia – la prima indagine dell’ispettore napoletano nato dalla penna di Angelo Petrella. La notte già c’era nel titolo del primo libro (Fragile è la notte) e la notte ritorna pure sulla copertina del secondo romanzo, La notte non esiste; che comincia invece all’alba, in pieno inverno e poco prima di Natale. Questa volta però Denis Carbone deve fare i conti con un caso molto diverso dall’omicidio a luci rosse del primo episodio. Si tratta, infatti, di rapimenti e di uccisioni di giovani vittime che costringono il poliziotto a seguire una traccia investigativa molto più complicata. L’ambientazione è, di nuovo, napoletana per un caso che allontana parecchio l’ispettore dal commissariato cittadino di Posillipo – anche se la storia comincia col ritrovamento del corpo di una ragazzina al Parco Virgiliano – portandolo invece nella periferia della comunità africana di Castelvolturno, tra riti vudù, spacciatori e prostitute, servizi segreti e poliziotti corrotti. Ma c’è, soprattutto, il peso del passato del protagonista che ritorna in questa storia come un incubo, prepotentemente, facendo riaffiorare ricordi spesso confusi e un dolore mai superato. “Il passato è buono quasi quanto il presente. E sicuramente è meglio del futuro”. Passato, presente e futuro si intrecciano alla perfezione nella trama narrativa che Petrella ‘tesse’ per la sua vicenda: la misteriosa morte della sorella di Carbone, la piccola Alice, che aveva segnato per sempre la vita dell’ispettore; le difficoltà quotidiane segnate dai difficili rapporti con i colleghi e con le due donne della sua vita, Laura e Teresa; la prospettiva, imprevista e sconvolgente della paternità. E poi il colpo di scena finale – vero tocco da maestro di gialli-noir da ascrivere ad Angelo Petrella – che lasciamo alla curiosità del lettore e che già preannuncia un cinematografico (o televisivo) to be continued nelle indagini dell’ispettore Denis Carbone. Un sequel dove sicuramente ritroveremo le sue sigarette, il suo whisky, il suo free jazz, insieme con “silenzio, dolore, rabbia. E quel sole gelido che bruciava anche di notte”.