Esiste un popolo di lansdaliani, in Italia come altrove, che non sa più fare a meno di quei racconti di paludi, cieli di sabbia e uragani, con cui le città minori del Texas orientale old style vengono raccontate con viaggi in automobili sgangherate, brevi notti in motel, pranzi in sordidi locali e relativi incontri con ceffi dal grilletto facile. Sono le atmosfere dei romanzi di Joe R. Lansdale, sublimati nella saga di due personaggi-investigatori, Hap & Leonard, che a forza di scazzottate e frasi epiche, separano i buoni dai cattivi, riconducendo di fatto il lettore ai sogni e alle certezze dell’infanzia.
Quel popolo è pronto per il mini-tour di Lansdale che, in due o tre date sarà in Italia a dicembre. Unica tappa al Sud, Salerno, la sera del 10, alla Fondazione Menna. L’occasione del viaggio sarà l’arrivo nelle librerie, in questi giorni, della sua prima biografia “In fondo è una palude”, pubblicata da Giulio Perrone Editore. Il biografo è Seba Pezzani, anche lui autore e traduttore dei maggiori scrittori americani contemporanei di noir e musicista, che sarà ovviamente al suo fianco in tutte le tappe italiane.
I lansdaliani sono in gran fermento per scoprire chi c’è dietro quelle storie che non presentano grandi intrecci, né una speciale ricerca psicologica e in cui manca persino una vera attenzione al sociale. Epperò quei romanzi dai dialoghi avvitati e fulminanti, hanno dei temi irrinunciabili per lo scrittore statunitense, nuovi valori universali che rendono le sue opere classici del genere. Di razzismo e omosessualità sono intrise pagine che sembrano girarsi da sole, tanto è facile la lettura. Su tutto domina un’ironia assolutamente originale, quasi solida.