Ormai nella guerra fatta di ordinanze tra i comuni della Piana del Sele e gli organi sovraccomunali di Provincia e Regione non si escludono più colpi.
Così ieri sera, dopo che la notizia della sospensione da parte del Tar delle ordinanze firmate dai sindaci di Serre e Battipaglia si è diffusa, il malumore e la rabbia hanno iniziato a dilagare tra i cittadini, che si sono visti per l’ennesima volta imposti una decisione dall’alto.
I dispositivi emanati dai primi cittadini della Piana, che di fatto vietavano il transito dei tir sul loro territorio ed impedivano l’arrivo della società Ecoambiente nel luogo designato per lo stoccaggio dei rifiuti tunisini, non hanno valenza. Questo vuol dire che, appena le tempistiche lo permetteranno, i sopracitati container potranno essere trasportati presso la zona ubicata a deposito. Il problema, come ormai ribadito più volte, è che l’area interessata, il comprensorio di Persano, è il polmone verde della Piana del Sele, una zona della provincia già per la maggior parte ad indirizzo agricolo o turistico.
L’arrivo di questi rifiuti avrà un impatto ambientale ancora tutto da stimare, visto che ad oggi nessuno ha voluto rivelare cosa ci sia all’interno dei container e, come se non bastasse, l’ostruzionismo e la mancanza d’ascolto lamentata dai primi cittadini della Piana da parte degli enti sovraccomunali non ha di certo aiutato. Presidi, gli appelli e ora anche le ordinanze pare non abbiano sortito effetto, con la decisione del Tar che pesa come un macigno. Una vera e propria bomba atomica in questa guerra, come detto all’inizio.
Se il capitolo sia chiuso o meno, però, è tutto da vedere. I cittadini di svariati comuni hanno già reso noto il loro malcontento, tra post su social o cartelli, alcuni riportanti frasi come «De Luca, prima di raccontare altre “balle” rimuovi le ecoballe. Serre ha già dato!» oppure «Persano non può pagare per le incompetenze regionali».
Nuovi presidi sono all’orizzonte, e la lotta non pare proprio essere finita.