Una corte serrata, ripetuta, ma finora vana. Non è la trama di una storia d’amore, piuttosto – molto meno romanticamente – quel che è successo in questi mesi nei corridoi, e fuori, di Palazzo di Città: il tentativo di numerosi consiglieri comunali di salire a bordo del carro di quel che sembra l’unico vincitore presente al momento sulla scena politica italiana. O meglio, sul Carroccio, visto che la meta agognata d’approdo è la Lega di Matteo Salvini.
Lega che a Salerno in occasione delle elezioni politiche del 4 marzo ha raccolto il 5,8% dei consensi, con risultati a due cifre in numerosi centri della provincia. Un partito giovane la Lega nel Salernitano, ancora poco presente nelle istituzioni, anche se il numero di consiglieri leghisti è in costante crescita. Nel capoluogo da tempo a rappresentare il Carroccio in consiglio comunale c’è Giuseppe Zitarosa, ex berlusconiano di ferro. Ma la pattuglia avrebbe potuto essere ben più nutrita. All’indomani delle elezioni politiche, segnate dalla pesante sconfitta rimediata nel collegio del capoluogo da Piero De Luca, numerosi consiglieri comunali hanno bussato alle porte del Carroccio. E non si è trattato solo di forzisti delusi, anche se nell’elenco c’è anche chi può vantare un passato, non proprio di secondo piano, nelle fila del centrodestra salernitano. Se l’attrazione verso la Lega può essere più facilmente comprensibile – sotto un profilo più strettamente politico – per un indipendente o un centrista, ben più difficile è scorgere una logica politica nelle richieste giunte da esponenti della maggioranza di centrosinistra. E non si è trattato di un caso isolato.
Sono stati almeno cinque i consiglieri eletti nella maggioranza che sostiene il sindaco Vincenzo Napoli a tentare, all’indomani del 4 marzo, l’approdo in casa Lega. Non solo individualmente, ma anche come gruppo coeso. In grado, a loro dire, di modificare gli equilibri in seno al consiglio comunale. Sensibili alle sirene leghiste anche alcuni eletti nelle civiche più strettamente legate al presidente della Regione Vincenzo De Luca, ad iniziare da Campania Libera passando per Salerno dei Giovani fino ad arrivare ai Progressisti per Salerno, ovvero alla formazione che per anni in consiglio comunale ha rappresentato la base granitica su cui Vincenzo De Luca ha fondato la propria azione amministrativa. Una base che evidentemente oggi non è più così solida. La tentazione leghista, del resto, è solo l’ultimo segno di un lento, ma apparentemente inesorabile sfaldamento del vecchio blocco politico su cui si è fondata la maggioranze che ha governato il capoluogo negli ultimi venticinque anni. Uno sfaldamento che se da un lato si innesta sulla crisi nazionale – ed europea – del centrosinistra, dall’altro risponde a logiche prettamente locali. Del resto che l’avvicendamento tra la vecchia e la nuova guardia a Palazzo di Città non sia stato indolore è di tutta evidenza. Ed anche il risultato elettorale dello scorso quattro marzo si inserisce in questa dinamica politica.
A questa disponibilità a cambiare casacca, i vertici salernitani della Lega hanno preferito replicare con un “no, grazie”. Evidentemente i vantaggi, in termini soprattutto mediatici, sono stati giudicati inferiori ai rischi, in primis quello di minare la compattezza del gruppo dirigente locale. Al momento, quindi, l’unico “innesto” deluchiano in Lega resta quello di Pia Napoli. Bisognerà attendere per capire se questo potrà essere il primo di una serie e, soprattutto, se e quali frutti ne potranno nascere.