Assegni di cura, la vicenda tutta ebolitana approda sulla scrivania del Difensore civico della Regione Campania.
La richiesta di delucidazioni in merito alla mancata erogazione del sussidio statale, firmata dal consigliere d’opposizione Damiano Cardiello, ha ricevuto risposta dall’avvocato Giuseppe Fortunato. Adesso l’Ente dovrà fare chiarezza sulla cosa, e spiegare perché dopo tre anni e numerose richieste circa 15 famiglie ebolitane con bambini affetti dalla disabilità dello spettro autistico non hanno ancora ricevuto nessuna risposta dagli uffici comunali.
La vicenda va indietro di circa un anno, quando furono presentate le prime interrogazioni al riguardo. A palazzo di città, in quei mesi, sedeva il commissario prefettizio Antonio De Iesu. Poi le elezioni, e la macchina amministrativa che giocoforza si è dovuta fermare. Dopo ancora l’insediamento della nuova amministrazione, guidata dal sindaco Mario Conte. Solo a gennaio l’ennesimo appello dei genitori agli uffici comunali, dal quale ancora non si aveva nessuna risposta. Il sussidio in questione è parte integrante del Piano Regionale di non autosufficienza per il triennio 2020-2022. La delibera, per la precisione, risale al 6 giugno. Ormai si parla di quasi due anni fa. All’interno del dispositivo veniva sottolineato come tra i destinatari fossero elencate anche «persone con gravissima disabilità comportamentale dello spettro autistico ascritta al livello 3 della classificazione del DMS-5». Dopo la delibera diverse famiglie ebolitane hanno fatto regolare domanda al comune per l’attribuzione dell’assegni. Il risultato è che ad oggi non si sa nulla: né se l’iter è partito, né se le domande sono state prese in consegna. Il silenzio più totale. Già ad inizio anno Cardiello presentò un’interrogazione consiliare al riguardo: «circa quindici famiglie ebolitane hanno presentato domanda per ottenere il sussidio di cura e, ad oggi e nonostante numerose rassicurazioni, non hanno avuto riscontro.
Tale situazione determina un profondo disagio sociale ed economico per questi nuclei familiari e l’Ente dovrà fornire i necessari chiarimenti finalizzati alla risoluzione del problema». Ancora nulla. «Confidiamo nel difensore civico regionale affinché queste famiglie vedano riconosciuti i propri diritti per i loro bambini. Una battaglia di civiltà che affronteremo al loro fianco» ha detto oggi il capogruppo d’opposizione. Adesso la palla passa all’ente, che dovrà dare delucidazioni sull’iter.